Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Auto nell’Adige, indagine sulla strada della tragedia
Possibili responsabilità per la morte di Daniel Ceccolin, 19 anni La Procura: esami su manutenzione e sicurezza della carreggiata
Sotto indagine PETTORAZZA GRIMANI la strada arginale dove l’altro ieri pomeriggio ha perso la vita il 19enne di San Martino di Venezze Daniel Ceccolin, piombato nell’Adige mentre guidava una Fiat «Punto». Il Pm di turno Monica Bombana ha disposto una serie di accertamenti per verificare eventuali responsabilità per la manutenzione e sicurezza nell’incidente costato la vita al 19enne della frazione di Beverare. All’esame le condizioni della strada comunale tra Pettorazza Grimani e San Martino di Venezze che giovedì pomeriggio, già attorno alle 17, era ricoperta da molta neve.
I due sindaci potenzialmente interessati dall’accertamento, quello di Pettorazza Grimani Gianluca Bernardinello e quello di San Martino di Venezze Vinicio Piasentini, dichiarano entrambi di aver verificato che la fuoriuscita del ragazzo non è avvenuta nel loro Comune. I carabinieri della Compagnia di Adria che hanno eseguito i rilievi sul luogo dell’incidente hanno comunque individuato Pettorazza come comune dov’è accaduta la fuoriuscita autonoma.
Intanto fuori pericolo l’amico minorenne, uscito dall’abitacolo della Fiat dopo aver rotto il finestrino anche grazie all’aiuto di alcuni amici. Nessun esame sul corpo del ragazzo morto annegato per essere rimasto incastrato nell’auto. I funerali lunedì alle 10 nella chiesa di Beverare.
Intanto chiesta l’archiviazione per l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici di Badia — ed ora sindaco del Comune — Giovanni Rossi, indagato per omicidio colposo per un incidente avvenuto nella via del comune Malopera Nord la mattina dell’1 gennaio 2017. Ovvero quando la 31enne di Ceneselli Lisa Pellizzaro, impiegata in un’azienda della zona, è morta in un incidente stradale dopo esser finita con la sua Lancia «Y» nel canale che costeggia la strada comunale.
Secondo la Polizia stradale, che ha eseguito i rilievi, nel punto dell’incidente non solo c’erano buche, ma soprattutto si era formata una sorta di «rampa» di asfalto che ha portato la sede stradale quasi al livello della sommità del guard rail. Per questo, era l’ipotesi dell’accusa, la Lancia della Pellizzaro è finita nel corso d’acqua senza invece fermarsi contro il guard rail. L’auto sarebbe «decollata» sulla rampa d’asfalto, formatasi dopo una serie di interventi di manutenzione sulla carreggiata.
Come spiegato in una circolare di coordinamento con il Codice della Strada inviata dal ministero dell’Interno a metà 2016 a prefetture e forze dell’ordine dopo l’entrata in vigore della legge sull’omicidio stradale, «il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade, anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Le norme del Codice della Strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli».
Il riferimento è all’articolo 14 del Codice della Strada che definisce «poteri e compiti degli enti proprietari delle strade» e che li obbliga a «garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione» con la manutenzione.
Rimpallo Competenza in dubbio tra i Comuni di Pettorazza e San Martino
In archivio L’ex assessore e ora sindaco di Badia Rossi coinvolto in un caso simile