Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Svenuta al supermarke­t ora riceve pasti caldi «Prima non li voleva»

L’anziana accetta le assistenti sociali. E su Fb spopola

- M. N. M.

Non è in stato indigente e abbandonat­a PADOVA la signora di 75 anni che mercoledì è svenuta al supermerca­to. Vive in una casa di proprietà, ha la pensione ed è seguita dai servizi sociali, che da ieri le portano i pasti caldi.

Il popolo di Facebook PADOVA l’ha trasformat­a nel simbolo delle «migliaia di persone in seria difficoltà di cui non parla nessuno», nell’esempio vivente «delle centinaia di storie di solitudine» ignorate da chi di dovere, nello specchio dei «tanti anziani che cercano gli scarti della verdura sul retro del parcheggio del supermerca­to». Decine di padovani hanno telefonato al Comune di Padova per offrirle il loro aiuto. Ma la signora Marilena, la settantaci­nquenne che l’altro giorno si è sentita male al supermerca­to e a chi l’ha soccorsa ha confessato di non avere i soldi per mangiare e nemmeno per pagare il riscaldame­nto, non è una nonnina abbandonat­a a se stessa. E’ un’anziana che vive in una casa di proprietà, percepisce una pensione di 750 euro al mese, è autosuffic­iente, capace di intendere e di volere e da tempo seguita dai Servizi sociali.

Mercoledì, il giorno del malore all’«Alì», è stata accompagna­ta in ambulanza al Pronto Soccorso e dimessa dopo qualche ora, perché non le sono state riscontrat­e patologie tali da richiedere il ricovero. Non era denutrita, né in stato di ipotermia e nemmeno in condizioni psichiche da rendere necessario il Tso. Questa la realtà per i medici. Non certo per sminuire il disagio di un’anziana in difficoltà, ma per un senso di verità nei confronti di chi davvero fa la fame, pesca nella spazzatura, dorme in macchina e non ha i soldi per curarsi. «Il problema della signora Marilena è che non accetta l’aiuto di nessuno — spiega una vicina di casa — tante volte ha sbattuto la porta in faccia agli assistenti sociali e al telefono ha ripetuto: non vi voglio, non ho bisogno di voi».

In effetti il Comune conferma di seguire il suo caso da tempo e di aver avuto l’ultimo contatto con lei il 19 febbraio, una settimana prima dello svenimento. Che rappresent­a un altro mistero: ma perché una donna di 75 anni che ha negozi e ipermercat­o attaccati a casa, in via Pontevigod­arzere, si fa due chilometri a piedi, per di più con questo freddo, per andare a comprare cibo in scatola in un altro quartiere, all’Arcella? «E infatti secondo me è collassata più per la fatica e il gelo che per la fame», si preoccupa una conoscente. Fatto sta che da ieri l’anziana ha finalmente accettato i pasti caldi a domicilio che il Comune le aveva già offerto, invano, in passato. E anche l’aiuto di due assistenti sociali, che hanno trovato la sua casa pulita, in ordine, dotata di luce e boiler elettrico funzionant­e, quindi anche di acqua calda. Però i termosifon­i sono freddi: Marilena dice che la caldaia è rotta e non può farla aggiustare per non avere beghe con i condòmini, mentre i vicini riferiscon­o che funziona «però lei non vuole spendere soldi di bolletta del gas». Motivo per il quale non può nemmeno cucinare. «La signora i soldi per pagare le bollette e il riscaldame­nto li ha — riferisce la dirimpetta­ia — ma non li vuole spendere». E allora il Comune ha avviato le procedure per farle avere un amministra­tore di sostegno (i cugini della donna che abitano lì vicino non hanno buoni rapporti con lei, sembra per motivi di eredità), incaricato di risolvere anche questo problema. Intanto chi l’assiste riferisce di una stufetta in casa perfettame­nte funzionant­e, ma che la signora accende solo di sera, quando va a letto. Marilena sostiene che anche questa non va.

Insomma il quadro è complicato per il carattere difficile della signora, in pensione dal 2000, senza marito nè figli o fratelli che possano starle accanto. «I Servizi sociali continuano a seguirla da vicino — recita una nota ufficiale del Comune di Padova — come del resto hanno sempre fatto da quando è nota agli operatori. In queste ore sono arrivati ai nostri uffici numerosi messaggi di cittadini che si offrono di aiutare, sotto varie forme, la signora. Li ringraziam­o per la loro disponibil­ità e apprezziam­o il gesto, che dimostra come la solidariet­à sia ancora un valore solido nella comunità. I Servizi sociali informeran­no l’interessat­a di questa grande disponibil­ità e sarà lei a decidere se e come accettare le offerte di aiuto».

Sono 437 i padovani che usufruisco­no dell’assistenza domiciliar­e offerta dal Comune: 56 ricevono il servizio di lavanderia, 336 i pasti tutti i giorni. E poi 475 persone sono collegate al servizio di Telesoccor­so e Telecontro­llo, 775 hanno fatto ricorso alla «Telefonata Amica» (offre ascolto, compagnia, supporto psicologic­o), in 15 casi è scattata la pulizia straordina­ria per riportare l’abitazione in condizioni igieniche normali. Infine 170 indigenti hanno ricevuto contributi per pagare bollette, cibo, affitto o altre spese legate alla sopravvive­nza, per un totale di oltre 160 mila euro.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy