Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Sicilia e Londra, voli cancellati: centinaia a terra

- A.M.

Maltempo all’arrivo e impossibil­ità di recuperare gli slot su Treviso. Così Ryanair si è giustifica­ta dopo aver lasciato a terra 600 utenti diretti a Londra, Palermo e Catania. Si profilano denunce.

Con quella brutta storia il suo bar non c’entra niente. E lui ha già pagato abbastanza per aver sopportato la presenza di un gruppo di baby criminali nel suo bar.

Azem Fetaj ha 48 anni, è arrivato a Padova dal Kossovo nel 2004 e gestisce il bar Fly di riviera Tito Livio, frequentat­o ogni giorno da centinaia di studenti. Tra loro, un paio d’anni fa, c’erano anche i dodici italoalban­esi under 25 che sono stati appena condannati a oltre quarant’anni di carcere per una lunga serie di furti in abitazione, la cosiddetta «banda del Fly» perché pianificav­a i colpi proprio nel locale di riviera Tito Livio, dove trascorrev­a le giornate.

Ma ora che la vicenda è finita con le condanne, il titolare che, aveva segnalato in tempi non sospetti la baby gang alle forze dell’ordine, tira un sospiro di sollievo. «In questa brutta vicenda sembrava che il Fly fosse collegato a questi ragazzi - dice Azem -. La situazione mi ha creato molti problemi: basti pensare che un cliente che mangiava sempre qui è sparito perché sua madre aveva paura. Lo capisco: se leggessi un titolo sulla banda di un bar, anch’io sarei preoccupat­o per i miei figli e gli proibirei di andare in quel locale». Insomma, oltre al danno la beffa. Chiarito l’equivoco, però, Azem descrive i predoni: «Parlavano a voce alta, litigavano spesso, spendevano molto e pagavano anche con banconote da 500 euro, mentre molti altri giovani albanesi fanno fatica anche solo a ordinare un caffè o uno spritz. Io penso solo al mio lavoro, però mi ero accorto che qualcosa non andava e così gli ho chiesto di non venire più nel mio locale. Loro hanno risposto con minacce di morte a mia figlia e allora sono andato in questura per sporgere denuncia. Ma loro non sono certo finiti in carcere per la mia denuncia». Gli arresti sono infatti scattati nel 2017. «Appena ho saputo, pensavo che ci fosse sotto un giro di droga - dice Azem -. Quando invece ho scoperto che questi ragazzi rubavano nelle case ci sono rimasto male: per me tutti i clienti sono come dei figli, anche quelli che si comportano male come loro». La vicenda ha avuto anche qualche strascico: «Alcuni amici della banda hanno continuato a venire e li ho allontanat­i. Avevo paura per il locale e così non ho preso neanche un giorno di ferie».

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Il titolare del Fly Azem Fetaj

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