Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Occupazione del Concordi, via al processo
La prima udienza contro Max Gallob è iniziata con un ritardo di 5 anni
Sono passati quattro anni e mezzo dall’occupazione del cinema Concordi, e dopo anni impiegati a identificare i presenti e notificare gli atti, ieri è iniziato il processo agli attivisti dei centri sociali che il 16 ottobre 2013 erano entrati nello stabile in disuso scassinando l’entrata.
In 18 sono finiti a giudizio con l’accusa di occupazione abusiva e per tre attivisti l’accusa è aggravata dal danneggiamento. Ieri a processo è stata avviata anche la procedura di ammissione a parte civile da parte dei proprietari del Concordi, ovvero la famiglia Stimamiglio che ha presentato il conto agli imputati: 8 mila euro di risarcimento per le porte rotte e le pulizie interne e 5mila euro per i danni morali. Il processo ripartirà il 4 aprile prossimo. Tra i capofila della manifestazione quel giorno c’era ancora una volta il friulano Max Gallob, ex leader del centro sociale Pedro, alle prese con l’ennesima udienza per atti dimostrativi. Con lui anche Davide Filippi che al tempo era a capo del Bios Lab, collettivo studentesco di scienze politiche.
Tra gli altri 16 imputati che avevano seguito i leader anche Filippo Rigotti di Trento, Marco compagni di Padova, Nagaya D’Angelo di Giulianova che avevano portato anche una smerigliatrice per rompere i lucchetti e le serrature ed entrare nello stabile. Tutti gli imputati sono difesi dall’avvocato Aurora d’Agostino.
L’occupazione del Concordi, che all’epoca era già stato chiuso per crisi, era stata decisa e messa in atto nell’ambito delle manifestazioni che avevano l’obiettivo di «riappropriarsi degli spazi pubblici». L’occupazione del Concordi non durò che qualche giorno, ma durante quell’atto di protesta accadde un incidente che poteva avere conseguenze drammatiche: un giovane ubriaco precipitò dal quarto piano dello stabile, probabilmente perdendo l’equilibrio. Miracolosamente rimase illeso.