Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
L’infermiera in corsia rubava i bancomat
Un’infermiera dell’azienda ospedaliera euganea in pochi mesi ha derubato almeno sette anziani ed è stata ammanettata in flagranza di reato dai carabinieri. Si fingeva amica dei malati. Presa la carta e trovato i codici, prelevava i soldi.
L’ultimo episodio che PADOVA l’ha portata in carcere è stato solo la punta dell’iceberg di un’escalation iniziata a novembre. Un’infermiera dell’azienda ospedaliera euganea che in pochi mesi ha derubato almeno sette anziani è stata ammanettata in flagranza dai carabinieri del comando provinciale di Padova.
Anca Viorica Petrehus, 33enne romena da 15 anni in Italia, divorziata e pregiudicata, si fingeva amica dei malati, lì aiutava, per poi rubare loro i bancomat con i relativi codici lasciati dentro al portafoglio, prelevava somme di denaro e le spediva in Romania. L’indagine è partita al seguito di una denuncia di un 77enne ospite della Residenza Santa Chiara alla Mandria. La «Circe» straniera è stata bloccata mercoledì: la donna si è introdotta furtivamente nella struttura di via Toblino, è andata nella stanza dell’anziano e gli ha rubato il bancomat dal borsello accanto al letto mentre riposava. Immediatamente è scattato il blitz dei militari della compagnia di Abano che l’hanno bloccata vicino allo sportello. La 33enne ha negato gli addebiti, sfidando la giustizia: «Tanto per una cosa del genere mica potete arrestarmi», ha detto. La successiva perquisizione ha permesso di rinvenire nella sua borsa la carta bancomat rubata. L’anziano, solo e senza parenti, aveva trovato in lei un’amica che gli tagliava le unghie, i capelli e gli comprava le sigarette. Da gennaio sono stati effettuati almeno sei prelievi fraudolenti ai danni del 77enne, per un totale di 9.500 euro. La donna nel tempo ha colpito anche altri anziani, come quando è riuscita a prelevare 2.550 euro a un conoscente marocchino che risiede a Padova. Secondo una stima fornita dai carabinieri la straniera avrebbe preso di mira anche colleghi, amici, conoscenti e altri pazienti del nosocomio patavino (almeno 7 quelli sospettati), sottraendo dalle carte di credito un totale di circa 30 mila euro. L’azienda ospedaliera ha sospeso la donna, sospettata anche di far assumere alle sue vittime sonniferi. Per lei è in atto un procedimento disciplinare. Alberto Fantuzzo, direttore della residenza Santa Chiara alla Mandria tira un sospiro di sollievo: «Noi teniamo alla salute dei nostri ospiti che spesso sono soli - racconta - vedevamo questa donna girare per la struttura e non sapendo di chi si trattasse l’abbiamo monitorata. L’amarezza più grande è che i sospetti fossero ricaduti su alcuni nostri dipendenti».