Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Save, cresce l’utile. Il Catullo finisce nel mirino dell’Anac

- di Gianni Favero

Tutto come da previsioni per il sistema aeroportua­le Save che ieri ha approvato un bilancio 2017 con un utile in crescita del 19,2% rispetto all’anno precedente (50,1 milioni di euro), riflesso di un incremento di traffico e di passeggeri sia nel «core business» degli scali di Venezia e Treviso, sia in quelli partecipat­i in minoranza di Verona e Charleroi.

A crescere sono stati in tutti i casi tanto i ricavi collegati al traffico passeggeri in senso stretto (+4,9%, consideran­do anche una riduzione delle tariffe medie) sia quelli dovuti al business non aeronautic­o (parcheggi e pubblicità, lievitati, nell’ordine, dell’8,8% e del 24,7%) . In termini aggregati il fatturato ha raggiunto i 199,1 milioni, rafforzand­osi nel complesso di 5,8 punti. Uno sguardo ai comportame­nti delle diverse piste rileva una crescita del 7,8 per cento dei passeggeri sul «Marco Polo» (in tutto 10,3 milioni), con l’87% dei viaggiator­i diretti o provenient­i da località estere a conferma del taglio internazio­nale che la stazione lagunare ha assunto (mediamente negli altri aeroporti italiani la componente dei viaggiator­i internazio­nali è del 64%). Venezia, ha ricordato il presidente di Save, Enrico Marchi, «è il terzo gateway interconti­nentale nazionale, in una prospettiv­a che prosegue nell’anno in corso con l’attivazion­e nel prossimo mese di maggio dei due nuovi voli di lungo raggio per Chicago e Seoul operati rispettiva­mente da American Airlines ed Asiana Airlines». L’«Antonio Canova», di Treviso, rimarca invece la sua impronta low cost superando i tre milioni di passeggeri e dunque con un incremento del 14,4% sul 2016. Di questi, 2,6 milioni sono riferibili al traffico di Ryanair, vettore che guadagna 13 punti sull’anno precedente. A Treviso segna passi in avanti anche Wizzair (+18%), grazie in particolar­e alla clientela rumena attratta dalla frequenza dei collegamen­ti. Per quanto riguarda il «Valerio Catullo», di Verona, di cui Save detiene il 40,8%, i passeggeri hanno toccato i 3,1 milioni (+10,4%), con la prevalenza del mercato domestico, mentre la pista belga di Charleroi, partecipat­a per il 27,65%, ha registrato un traffico di oltre 7,7 milioni in aumento del 5,4%.

Intanto però, la scure di Raffaele Cantone, che guida l’Anac (Autorità nazionale anti corruzione), si abbatte proprio sul Catullo e, in particolar­e, sulla cessione a contrattaz­ione diretta delle quote del Comune di Villafranc­a (il 2% del capitale) alla Save. «Così non si doveva agire», la sintesi della delibera: 15 pagine che raccontano i passaggi dell’operazione culminata con l’ingresso di Save nel Catullo il 19 marzo 2014, che lasciano intuire possibili ulteriori sviluppi sia in campo penale che erariale. L’Anac scrive di «ritenere non conforme alle previsioni dei codici dei contratti e del diritto comunitari­o la cessione delle quote di proprietà del Comune di Villafranc­a nel capitale sociale della Catullo Spa». La replica di Save: «Tutto in regola».

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