Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Trapianto di rene, nuova procedura salva due vite

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Una nuova procedura per abbattere i lunghi tempi d’attesa necessari a ricevere un rene (oltre tre anni) è stata lanciata con successo in Azienda ospedalier­a a Padova e ora dovrebbe essere esportata in tutta Italia. Si tratta del trapianto a catena, o «cross over», finora eseguito partendo da un donatore vivente e mercoledì per la prima volta intrapreso iniziando invece da un donatore cadavere. Il procedimen­to, sottoposto all’approvazio­ne del Comitato etico interno all’ospedale ma anche al via libera dei Centri regionale e nazionale Trapianti, ha salvato la vita a due malati colpiti da insufficie­nza renale e incompatib­ili con i rispettivi familiari che si erano offerti per la donazione di un rene.

«Un paziente immunizzat­o, cioè con anticorpi che attaccano gli antigeni della popolazion­e generale, era in lista d’attesa da più di tre anni — spiega la dottoressa Lucrezia Furian, chirurgo dell’équipe del Centro trapianti di rene dell’Università di Padova che ha eseguito il cross over —. Era incompatib­ile anche con la sua donatrice vivente e così gli abbiamo trapiantat­o il rene da cadavere, mentre la sua donatrice l’ha donato a un altro malato (sarà operato stamattina, ndr). In Italia ci sono diverse coppie donatore-ricevente che possono essere incrociate, ma quando ciò non avviene si parte da un donatore samaritano, soggetto sano disposto a compiere questo grande gesto di solidariet­à. Ma nel nostro Paese se ne contano solo cinque, due dei quali a Vicenza e uno da noi, a Padova. E allora ci è venuto in mente di partire da un donatore cadavere, per iniziare una catena messa a punto per salvare anche sei vite in una volta».

I due malati trapiantat­i nel Centro padovano diretto dal professor Paolo Rigotti resteranno ricoverati 8 giorni e poi saranno dimessi con la terapia immunosopp­ressiva da assumere a vita.(m.n.m.)

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