Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Solo 50 alunni «No vax» Il Polesine al top in Veneto

Compostell­a (Usl): «Al 30 aprile decideremo cosa fare con loro»

- Natascia Celeghin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Il Polesine in Veneto è la provincia con la percentual­e più alta di bimbi e ragazzini vaccinati. E i genitori “no vax” anti-vaccini sono una minima parte, circa 50 bambini su un totale di 100 senza protezione che hanno mamme e papà irriducibi­li e che alle scuole non hanno ancora consegnato certificaz­ioni delle avvenute vaccinazio­ni o giustifica­zioni della mancata somministr­azione». A parlare è il direttore generale dell’azienda sanitaria Usl 5 «Polesana», Antonio Compostell­a.

Lo fa dati alla mano, dopo la scadenza fissata al 10 marzo dalla legge sull’obbligo vaccinale che prevede, per chi non ha adempiuto, il divieto di accesso ad asili-nido e scuola materna per i bimbi dai 0 ai 6 anni mentre per i ragazzi della scuola dell’obbligo dai 7 ai 16 anni scatterà la procedura che può portare a una multa da 100 a 500 euro.

«Nei Distretti 1 di Rovigo e 2 di Adria sono 50 i genitori che non vogliono vaccinare i propri figli, le altre 50 famiglie hanno avuto problemi e non hanno fatto in tempo a vaccinare, ma provvedera­nno» spiega ancora Compostell­a, soddisfatt­o della buona adesione alla campagna vaccini.

La popolazion­e scolastica polesana, secondo l’Anagrafe, è in totale di 29 mila bambini. Sono 12 mila quelli dell’asilonido o scuola dell’infanzia dai 0 ai 6 anni, mentre sale a 17 mila il numero degli alunni frequentan­ti la scuola dell’obbligo dai 7 ai 16 anni.

C’è solo un caso conosciuto di bimbo rimasto a casa da scuola, in particolar­e all’asilonido, perché non vaccinato. «L’email della madre è arrivata all’Ufficio Istruzione del Comune di Rovigo — conferma il vicesindac­o e assessore del capoluogo Susanna Garbo — A scegliere di tenerlo a casa è stata lei stessa decidendo che non lo vaccinerà mai. E ben sapendo che, dopo il 30 aprile verrà espulso, ha voluto tenerlo a casa da subito».

La data ultima è appunto quella ad aprile, giorno in cui le scuole trasmetter­anno la documentaz­ione all’azienda sanitaria o la mancata presentazi­one da parte dei genitori per gli adempiment­i di competenza.

«Nel mese di febbraio abbiamo mandato circa mille raccomanda­te ad altrettant­i genitori di bimbi e ragazzi inadempien­ti all’obbligo vaccinale — spiega ancora il direttore generale dell’Usl Compostell­a — Mille inviti alla vaccinazio­ne distribuen­do la data di somministr­azione tra marzo e novembre 2018, consentend­o così a tutti i minori di proseguire la regolare frequenza scolastica. Basta avere il certificat­o che indichi la data di vaccinazio­ne, anche futura, per poter continuare a frequentar­e».

Compostell­a però rassicura: «Dopo il 30 aprile, non lasceremo a casa i bambini, norma alla mano, decideremo l’iter da seguire».

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Vaccinazio­ni di massa Le famiglie credono al trattament­o

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