Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Foiba Rossa, ancora accuse e rimpalli Donazzan: «Bo e Comune latitanti»
Fumetto sulla Cossetto, l’assessore accusa. Il rettore: in ateneo mai eventi politici
La presentazione del fumetto sulla storia di Norma Cossetto, prevista ieri nella residenza Esu Ederle di via Belzoni e cancellata dopo le proteste di alcune associazioni studentesche, si farà a Venezia e non a Padova. L’annuncio arriva da Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio regionale, che ha fissato un nuovo incontro il 4 aprile «nella casa dei veneti»; la spiegazione è affidata all’assessore regionale Elena Donazzan, che definisce Padova «una città ricattata dalla violenza di una minoranza estremista, dove non c’è libertà di pensiero e di espressione»; a rincarare la dose ci pensa il giornalista Fausto Biloslavo, ospite annunciato dell’evento cancellato, che nella città del Santo riscontra «un’enclave ferma agli anni di piombo».
Ieri infatti la vicenda del fumetto «Foiba rossa» è finita al centro di una conferenza stampa nella sede Esu di via Ospedale, blindata da polizia e carabinieri; Donazzan ha puntato il dito contro le sigle studentesche «riconducibili alla Marzolo occupata», ma anche e soprattutto contro Comune e Università. «Non ho sentito una parola di condanna - dice Donazzan -. Un movimento che sostiene la giunta (Coalizione civica, ha anche enfatizzato la vittoria e il metodo dei contestatori. Chiedo al sindaco Sergio Giordani di condannare, prendere le distanze e dire da che parte sta, perché tollerare questi gruppi vuol dire tollerare la violenza. Al rettore Rosario Rizzuto invece chiederò di organizzare altre iniziative: l’Ateneo deve riconoscere una sua studentessa medaglia d’oro al valor civile e rimuovere un falso storico di Palazzo Bo, dove il nome di Norma Cossetto è iscritto tra i suoi carnefici come vittima dei nazifascisti. Forse il Bo deve fare autocritica». «L’Ateneo deve vergognarsi di non aver ospitato questo evento in aula magna - aggiunge Biloslavo -. Norma Cossetto è stata infoi- bata moralmente una seconda volta, con un atteggiamento pavido se non peggio».
«Abbiamo già affrontato, e continueremo a farlo, il tema delle foibe e la vicenda tragica di Norma Cossetto - replica Rizzuto -. L’Ateneo promuove ed ospita analisi e rievocazioni storiche rigorose, autorevoli e indipendenti, sempre attento a garantire un dibattito culturale alto e una pluralità di voci, mentre lascia ad altri le iniziative a connotazione politica».
Riguardo alle minacce che hanno spinto l’Esu ad annullare tutto (e il Bo a condannare «ogni forma di aggressione verbale o di violenza»), Donazzan chiama in causa i post sui social, le scritte sui muri e i manifesti con le foto dei relatori: «È istigazione alla violenza, sporgerò denuncia». E ieri intanto il presidio antifascista contro l’iniziativa dell’Esu ha richiamato al Portello meno di dieci persone. Era stato convocato e mantenuto nonostante la cancellazione della presentazione di Foiba rossa. L’assessore vicentino aveva anche chiesto che tutti partecipanti fossero identificati e, forse, la cosa ha pesato.
L’epilogo Libro in Consiglio regionale il 4 aprile Quasi deserto il presidio al Portello