Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fiera, Giordani: collaboriamo con Verona
L’apertura dopo l’accordo per far tornare la gestione in mani pubbliche
«A me non interessa di chi sia la Fiera e chi la gestisca. A me interessa soltanto che la Fiera resti a Padova e soprattutto che funzioni, generando così un indotto importante a vantaggio di tutto il territorio». Per la prima volta da quando ha preso il via il progetto che prevede il ritorno interamente in mani pubbliche del quartiere espositivo di via Tommaseo, il sindaco della città del Santo, Sergio Giordani, esce allo scoperto. E, nel farlo, apre a possibili future sinergie con altri saloni veneti e fuori regione. «Dalle nostre parti – sottolinea il primo cittadino di Padova – soffriamo un po’ tutti di parrocchialismo. Nel senso che ognuno preferisce coltivare il proprio orticello anziché ragionare in maniera condivisa, magari facendo sistema con realtà vicine. Eventuali collaborazioni con la Fiera di Verona? Perché no? Io sono disposto a confrontarmi con tutti, dato che non ci sono questioni politiche che mi impediscono di parlare con quello piuttosto che con quell’altro. Quindi – sostiene Giordani – dialogo aperto con Verona, ma anche con Bologna, con Milano, con tutti. Ma la Fiera di Padova non si tocca, sia ben chiaro. Non riesco neanche a immaginare la mia città senza il suo quartiere espositivo».
Ecco insomma spiegato perché Comune e Camera di Commercio si sono impegnati a ricapitalizzare la società di via Tommaseo con un totale di quattro milioni di euro, riassumendone così non solo la proprietà, che a dire il vero è sempre rimasta tale, ma pure la gestione, che invece nel 2005, con tante ombre e poche luci, è stata affidata ai francesi di Gl Events. Quest’ultimi, all’aumento di capitale da versare entro dopodomani, dovrebbero partecipare con due milioni di euro. Mentre Geo Spa, la compagine di Andrea Olivi e dei fratelli Roberta e Luca Griggio a cui un anno e mezzo fa è stata «subaffittata» l’organizzazione degli eventi, dovrebbe sborsare altri due milioni di euro. E solo a quel punto saranno definitivamente sanati i contenziosi in atto tra soci pubblici e privati (nonché tra privati e privati).