Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Entra nell’ufficio di un pm e ruba i soldi dalle giacche Un altro furto in tribunale

È il secondo episodio in due anni, la prima volta fu preso un pc

- R. Pol.

Chi ha agito lo ha fatto di soppiatto, nascosto da tutti, sapendo di cogliere nel segno. C’è stato un furto ieri in procura a Padova: qualcuno ha rubato dal portafogli di un cancellier­e e di un agente della polizia giudiziari­a addetti al pubblico ministero Emma Ferrero. È accaduto ieri mattina presto, ed è stata fatta subito denuncia ai carabinier­i della sezione di polizia giudiziari­a al quarto piano del palazzo di giustizia. Il furto è avvenuto mentre i due funzionari si trovavano fuori dagli uffici: il ladro è entrato nelle stanze e ha preso alcune banconote sia da un portafogli che dall’altro.

I due funzionari si sono accorti del furto dopo essere rientrati nelle loro stanze, in tutto sono stati presi poco meno di 200 euro. Il procurator­e capo era a Venezia ieri mattina e ha preferito non commentare l’accaduto, ma la notizia ha fatto il giro del palazzo di giustizia in pochi minuti. L’accesso alla procura di Padova non è sorvegliat­o in modo diverso rispetto agli altri uffici del tribunale, tuttavia è anche un reparto poco frequentat­o dal pubblico: ci sono le tredici stanze dei souffici stituti procurator­i, quella del procurator­e capo, le cancelleri­e dei magistrati, le stanze per il deposito degli esposti, l’ufficio esecuzioni penali, gli di carabinier­i, polizia, Guardia di Finanza e gruppi misti; in tutto ogni giorno dal quarto piano entrano ed escono un’ottantina di persone. Poi ci sono gli avvocati e le forze dell’ordine che entrano per i colloqui o gli interrogat­ori, ma non è un luogo di passaggio: chi va in procura lo fa su appuntamen­to. Il pubblico di solito si ferma al piano terra dove ci sono le aule per le udienze penali, o al terzo piano dove c’è un gran via vai per le udienze civili.

Non è la prima volta che qualcuno si introduce di soppiatto nelle stanze dei magistrati per rubare. Nel 2016 infatti un ladro era riuscito ad entrare nelle stanze in cui si trovano i giudici al secondo piano del palazzo di via Tommaseo ed era riuscito a portare via un computer portatile.

L’autore del furto, pizzicato qualche giorno dopo, era stato notato e più di qualcuno si era insospetti­to: era il 27 gennaio del 2016 e l’individuo era stato visto aggirarsi tra gli uffici dei giudici mentre «cercava una collega» tanto che molti hanno pensato che si trattasse di un avvocato. Una delle giudici che si trovavano lì gli aveva risposto di non aver visto nessuno, e l’uomo si era allontanat­o. Qualche minuto dopo lo stesso magistrato si era alzata per andare nella stanza di una collega e aveva lasciato il suo ufficio senza chiudere a chiave la porta, come invece fanno di solito i magistrati proprio per evitare furti di documenti delicati e atti d’indagine. Il movimento è durato pochi attimi ma al ladro - che era evidenteme­nte in agguato - è bastato qualche secondo per entrare nell’ufficio della giudice e mettere a segno il furto. Immediatam­ente dopo è scappato senza lasciare traccia e quando è giunto l’allarme era troppo tardi. Anni addietro ci furono altre incursioni di malviventi nelle stanze dei giudici per le indagini preliminar­i, dove sparirono portafogli e denaro.

La denuncia I derubati hanno denunciato il furto al quarto piano del palazzo di giustizia

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Il tribunale Il palazzo di giustizia di Padova in via Tommaseo. L’ingresso non è sorvegliat­o in modo particolar­e

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