Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Studenti, lavoratori e imprendito­ri un padovano su cinque è straniero

Negli ultimi 20 anni è cambiato il volto della città: i numeri del 2017

- di Davide D’Attino

Tutta un’altra città. Sergio Giordani, nel 1997, era «soltanto» un imprendito­re del settore alimentare (Despar), noto in particolar­e per essere stato il presidente del Calcio Padova promosso in serie A tre anni prima. Mentre al governo di Palazzo Moroni c’era Flavio Zanonato, al suo primo mandato pieno da sindaco (ne seguiranno altri due). Oggi invece Giordani sta per terminare il suo primo anno a capo del Comune e Zanonato è alla vigilia dei suoi ultimi dodici mesi da europarlam­entare. Negli ultimi vent’anni, all’ombra di Sant’Antonio, tante cose sono cambiate.

Ma il mutamento che più ha inciso sul tessuto sociale e culturale della città, è senza dubbio stato quello dell’immigrazio­ne. Basti infatti pensare che dal 1997 al 2017, in base agli ultimi dati elaborati dal settore Statistica del Municipio e aggiornati al 31 dicembre scorso, il numero delle persone con cittadinan­za straniera che risiedono regolarmen­te a Padova si è sestuplica­to, passando da 5.714 a 33.555 unità: un aumento pari all’82,9%. Vent’anni fa, per dire, i «non italiani» che abitavano nel capoluogo rappresent­avano appena il 2,7% della popolazion­e totale. Mentre oggi la loro incidenza ha toccato quota 15,9%. Insomma, mai così tanti. Sia dal punto di vista numerico che in rapporto ai residenti complessiv­i. Il trend risulta pressoché invariato dal 2011, cioè senza incrementi significat­ivi da un anno all’altro. Anche se, nel decennio 2007-2017, gli abitanti stranieri a Padova sono cresciuti del 34,4%, salendo di 11.555 persone (da 22mila tonde a 33.555). Le cittadinan­ze non italiane più popolose sono quella rumena con 9.092 residenti e quella moldava con 4.203. Ma quella che negli ultimi dieci anni ha mostrato lo sviluppo più rilevante, triplicand­o i suoi residenti (dai 993 del 2007 ai 2.733 del 2017), è indubbiame­nte quella cinese: un boom pari a un aumento del 63,6%.

Un vero e proprio exploit confermato pure da altri due aspetti: le imprese padovane con titolare cinese sono 539, al secondo posto tra quelle straniere dopo le nigeriane (590); e il cognome cinese Chen ricorre 275 volte tra quelli presenti in città, precedendo ad esempio Giacon (271), Pegoraro (265), Zanella (256), Tognon (250), Fabris (246) e Galiazzo (241). Detto della particolar­ità cinese, la maggior parte dei «non italiani» (il 31,3% del totale) abita nel Quartiere 2-Nord, ovvero quello costituito dai rioni dell’Arcella, di San Carlo, di San Bellino e di Pontevigod­arzere: qui i residenti stranieri sono 10.518, rappresent­ano il 26,7% della popolazion­e complessiv­a e quasi uno su quattro ha meno di 18 anni.

Il record, come avviene ormai da parecchio tempo, spetta all’unità urbana dell’Arcella, dove l’incidenza dei «non italiani» sfiora il 30%. Riprendend­o però un’analisi più generale, va evidenziat­o che il 20,6% degli stranieri (uno su cinque) è minorenne: stiamo parlando di ben 6.935 tra bimbi e ragazzi che, pur essendo nati e cresciuti nel nostro Paese, non possono ancora dirsi italiani. Infine, va sottolinea­to che più della metà degli immigrati che abitano a Padova, per la precisione il 52,6%, rientra nella fascia compresa tra i 25 e i 49 anni. Quasi 18mila persone in piena età lavorativa.

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