Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Amazon, la rivoluzione in Veneto Dubois
Boom dell’e-commerce e nuove figure professionali. I sindacati: «Mancano regole, serve tutela»
Amazon, la rivoluzione sbarca in Veneto. I dati 2017 delle Poste parlano di più di 5 milioni di pacchi consegnati. Abbigliamento e tecnologia le merci più cliccate,un fenomeno - quello dell’e-commerce che sta cambiando il mondo degli acquisti, creando nuove figure professionali. «Che vanno tutelate perché mancano le regole», avvertono i sindacati. E il sociologo chiosa: «Amazon è il nuovo Postalmarket, ma i negozi si salveranno».
Un Veneto sommerso dai pacchi, con gli over 30 connessi la sera per spostare e rispostare nella «dream box» jeans e cuffiette di ultima generazione. Un Veneto che chiede sempre più «web marketing manager», «e-store developer», ma che macina anche chilometri, tornando ad essere affamato di quelli che una volta erano i fattorini, o negli anni Ottanta i pony express, e che oggi si chiamano «driver» o postini digitali. Un tiro alla fune fra antico e futuristico, il Veneto della generazione Amazon, fra vecchi e nuovi mestieri ( ma anche posti di lavoro che saltano, all’esterno), opportunità e piccole esagerazioni in cui, spesso, finisce il genere umano.
Se da una parte c’è il cedimento di catene come Trony e Mediaworld , dall’altra si espande un formicaio laborioso (non per questo sempre produttivo) che incassa migliaia di clic, muove tonnellate di merce e fa andare su e giù un nuovo esercito di lavoratori, cambiando progressivamente le abitudini dei consumatori.
I dati: nel 2017 le nuove «piazze» urbane di consegna dei pacchi, come le Poste (ma ci sono anche le edicole, le tabaccherie e gli ingressi di alcuni supermercati), hanno vissuto un boom: oltre il milione i recapiti negli uffici del Trevigiano, del Padovano e del Veronese. Ben 2.200 i nuovi postini dotati di palmare, formati doverosamente alla familiarità con app e rintracciabilità telematica. Ed è oltre il 35% l’incremento delle nuove figure professionali richieste, sul territorio, negli ultimi cinque anni, legato a questo mercato che, in poche ore, porta l’oggetto visto sullo schermo nelle case dei veneti.
L’identikit dell’e-commerce veneto lo traccia Domenico Secondulfo, sociologo dei Consumi all’Università di Verona: «Di solito quello abituale ha più di 30 anni, poco tempo e, in alcuni casi, oggi, anche meno soldi – spiega il docente -. L’Amazon odierno è il vecchio Postalmarket: si apprezza il fatto di non avere intermediari, di scegliere in piena notte ciò che si vuole. Ma attenzione: l’utente viene agganciato, e una volta che, ad esempio, compra un paio di scarpe, poi gli arrivano mille link e suggerimenti collegati e magari non se ne accorge e finisce in un circolo vizioso. Non solo: i prezzi sul web non sono più convenienti come una volta».
Per Secondulfo, almeno per ora, in Veneto i negozi non rischiano troppo: «Fortunatamente da noi resiste quell’abitudine collettiva, tipica soprattutto degli adolescenti, di andare a fare shopping insieme: resta un cerimoniale insostituibile a cui i veneti non rinunciano». Libri, vestiti e tecnologia gli articoli più comperati dalle tastiere delle nostre case: «Anche qui si fa sentire la nostra tradizione – sottolinea il sociologo -perché per il resto è difficile che un veneto compri un prodotto fresco dal web o anche un mobile. Vuole provarlo».
Peccato, però, che l’acquisto sia spesso seguito dal reso: quasi il completamento di un’azione compulsiva. «Amo il mio lavoro, ma a tal proposito mi tocca ripassare allo stesso indirizzo più volte nel giro di pochi giorni» confida una driver esperta.
«Il problema è la fretta – racconta lo psicologo berico dei Movimenti di massa Antonio Zuliani -: all’emozione momentanea non segue l’aspetto cognitivo che invece vivi in negozio. Su Amazon o su Ebay ordini, poi ti accorgi che magari l’articolo non ti serve: niente ti frena prima. E nessuno ti fa troppe storie se lo rimandi indietro dopo. Se è una forma di dipendenza? Diciamo che tutti siamo a rischio, serve equilibrio».
Nel frattempo c’è un altro problema da affrontare. E lo racconta Daniele Conte, Cgil Filt Vicenza: «Nel contratto dei trasporti del 2013 non era contemplata la figura del driver – spiega – che oggi è in piena espansione nella nostra regione grazie al fenomeno degli acquisti on line. Qui è urgente definire un nuovo inquadramento e, soprattutto, un orario di lavoro preciso perché ad oggi non c’è. Stiamo vedendo troppa flessibilità: se un cor-
riere deve consegnare 50 pacchi al giorno lavorerà fino a che non li consegna tutti, dunque ben oltre le otto ore di lavoro. Un’ingiustizia, noi ci battiamo per avere delle regole».
I dati a supporto del boom: al momento sono 150 le ricerche ancora attive nelle filiali di Umana in Veneto relative al mondo del retail on line. Le figure più richieste: digital drivers (corrieri digitali), data scientist (analisti dei dati), data engineer (chi poi organizza i dati raccolti dal data scientist), Ux designer (rielabora i feedback dei clienti), social media manager (chi pubblicizza i prodotti), cyber security manager (responsabile della sicurezza informatica), project manager e-marketing (responsabile del progetto di vendita on line), web marketing manager (definisce le strategie di presenza sul web), e-store developer (facilita la crescita del settore), pmoecommerce (ha un ruolo propulsivo). Oltre all’ottimo inglese, è richiesta una laurea o diploma con indirizzo informatico o laurea in ingegneria, fisica, matematica o statistica. Ovviamente è scontata una cultura sulle ultime tecnologie. Figure come queste sono particolarmente richieste a Padova, Venezia, Verona, Belluno e Vicenza. Ma si cercano anche magazzinieri, direttori di magazzino, responsabili di centri distributivi e trasportatori: 50 al momento le posizioni vacanti.
«È un mercato del lavoro che sta rapidamente cambiando, una mutazione genetica ineluttabile, che modifica i mercati – spiega Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana – ma crea nuove, innumerevoli, straordinarie opportunità per chi è alla ricerca di lavoro. Oggi chi ha competenze tecniche e informatiche ha un gradiente di placement del 100% e il problema delle aziende è reperire queste risorse, che scarseggiano». Per non parlare del “giro di pacchi” in transito fra vicoli e portici veneti; solo dai dati degli uffici postali le consegne sono aumentate dell’82% nel 2017: a Treviso 1,015 milioni di pacchi a destinazione, a Padova 1,2 milioni di pacchi, a Verona 1,35 milioni di pacchi, a Venezia 1,1 milioni di pacchi, a Vicenza 950 mila pacchi, a Belluno 285 mila. Cosa contengono? Il 52% abbigliamento, il 45% libri, il 37% cellulari e tablet.
Non solo «vittime» (come le grandi catene che hanno ceduto alla forza della concorrenza) sul selciato di Amazon e di Ebay tracciato nel Nordest. Ma anche opportunità: dai posti di lavoro ai nuovi insediamenti chiesti per le imponenti operazioni di logistica, in Veneto.
E i rapporti personali che fine fanno? «Con alcuni clienti abituali si raggiunge un bel feeling e si cerca di accontentarli in tutti i modi - racconta un corriere di Verona - anche se per sicurezza e professionalità è sempre meglio fermarsi sull’uscio con un buongiorno e un buonasera».
Infine una curiosità: anche in Veneto, la generazione Amazon/Ebay ha creato una nuova identità, quella del «prestanome», quello che ordina la merce per tutti, compresi i figli minorenni o la moglie che non ne vuole sapere di usare il pc. Si crea un piccolo baratto sotterraneo, dove in cambio di alcune rotture di scatole (il fatto di ordinare per altri) si accumulano sconti e feedback positivi che rafforzano il proprio profilo di acquirente del web.
Nuovi lavori Data scientist, esperti di cyber security, Ux designer