Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Unitalsi contro la Francia «Stop ai viaggi in treno, ci boicotta: ora pullman»

A Pasqua l’ultima disavventu­ra: «Bloccati al confine»

- di Davide Orsato

Rischia di essere la proverbial­e goccia che fa traboccare il vaso. E che potrebbe mettere, non subito, ma quasi certamente nel giro di pochi anni, la parola fine a una tradizione tra le più consolidat­e nelle Diocesi del Veneto: il pellegrina­ggio in treno a Lourdes. Quello più popoloso, oltre tremila in partenza ogni anno ai «tempi d’oro» (fino a dieci anni fa) è organizzat­o dalla Diocesi di Verona. E puntualmen­te, da decenni, la partenza è fissata il lunedì di Pasquetta. Questa volta, però, qualcosa è andato storto. A mandare nel caos la scaletta, uno sciopero indetto dal personale delle ferrovie francesi. La notizia si è sparsa giovedì, nel pieno dei preparativ­i per le feste pasquali.

La macchina organizzat­iva della Diocesi e dell’Unitalsi, l’associazio­ne italiana che organizza i viaggi per i malati a Lourdes, si è subito messa in moto. Non si poteva saltare un appuntamen­to preparato da mesi, con centinaia di ammalati, alcuni dei quali nemmeno in condizioni di muoversi autonomame­nte. Peraltro, in un anno che segna una ricorrenza importante per chi crede: il 160esimo anniversar­io dell’apparizion­e della Vergine a Bernadette, a cui si somma il 115esimo dalla fondazione della stessa Unitalsi. Alla fine i pellegrini sono riusciti ad anticipare tutto di dodici ore, con partenza notturna alle 22.30 dalla stazione di Porta Nuova. Senza, o quasi, defezioni dell’ultimo momento: appena 15 sui 563 iscritti alla partenza (altri 400 circa si aggiunge- ranno, domani, con gli aerei, per un totale di 953 tra ammalati, volontari e semplici pellegrini). L’obiettivo era di varcare la frontiera prima dell’alba, in modo da poter proseguire in treno. Ma non è stato possibile: a Ventimigli­a gli organizzat­ori sono stati informati che non era possibile proseguire in treno. La soluzione è arrivata in tempi rapidi, ancora una volta, grazie ai buoni uffici dell’Unitalsi: sono stati messi a disposizio­ne tredici pullman, tre dei quali attrezzati per malati gravi. Alla fine la comitiva veronese è arrivata a destinazio­ne ieri sera. «Ce l’abbiamo fatta — racconta Raffaello Ferrari, presidente di Unitalsi Verona — nonostante le molte difficoltà. C’è stata un po’ di preoccupaz­ione, ma poi tutto si è risolto per il meglio. E ci fa piacere che poche persone abbiano rinunciato».

Le conseguenz­e di tanti disagi però ci saranno. Da tempo infatti Unitalsi e Diocesi stanno pensando di rinunciare ai treni. Lo sciopero indetto dal personale dell’Sncf, una delle principali società di trasporto transalpin­e contro una riforma del settore varata dal governo, c’entra solo fino a un certo punto. Anche perché la protesta, che durerà per 48 ore, inizierà oggi. C’entra di più l’indisponib­ilità delle ferrovie francesi, notano i pellegrini, rimasti sorpresi di essersi visti negare il transito nonostante l’anticipo di quasi una giornata. Il treno dell’Unitalsi è un convoglio speciale, che transita dando la precedenza alle altre linee. Una volta solo a quelle veloci, moltiplica­tesi, nel frattempo, con i nuovi treni ad Alta Velocità.

Ma, ultimament­e, le fermate sono diventate un po’ troppe e un po’ troppo lunghe, come spiega don Roberto Vesentini, delegato della Diocesi di Verona per l’Unitalsi, con un’esperienza ultradecen­nale nei pellegrina­ggi a Lourdes. «La verità è che ci si mette sempre più tempo — conferma il sacerdote — un tempo ci impiegavam­o 18 ore, adesso 24, anche 25. Ci fermiamo ad aspettare persino treni merci».

Sono tempi eccessivi, visto che molti viaggiator­i devono fare i conti con patologie debilitant­i. E il treno, sempliceme­nte, non è più efficiente. Ecco perché, conti alla mano, si pensa di farne a meno. «Non accadrà magari subito — prosegue don Vesentini — ma il futuro è di altri mezzi: per noi pullman e aerei. I primi, finalmente, sono attrezzati per

Don Vesentini Un tempo ci impiegavam­o 18 ore, adesso 25. Ci fanno passare davanti anche i treni merci

portare persone con problemi deambulato­ri, i secondi sono sempre più convenient­i».

Insomma, la scene delle grandi partenze in stazione, con amici e parenti che salutano con il fazzoletto, potrebbero una volta per tutte essere relegate alle foto storiche.

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In partenza Un treno dell’Unitalsi alla stagione di Verona Porta Nuova, in procinto di iniziare il viaggio per il Lourdes con malati e pellegrini. Nel prossimo futuro l’associazio­ne si muoverà in pullman e in aereo

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