Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Permesso premio a Savi La madre di Stefanini: «È ingiusto, troppe vittime»
Tre giorni fuori dal carcere di Padova dov’è detenuto per trascorrere le festività pasquali in famiglia. Il nuovo permesso premio concesso ad Alberto Savi, uno dei componenti della banda della Uno Bianca, che è uscito sabato dal Due Palazzi di Padova per raggiungere la compagna, non ha lasciato indifferenti i parenti delle vittime che insorgono e ribadiscono: «È una vergogna». L’uomo sta scontando l’ergastolo ed ha fatto parte del sodalizio criminale che tra il 1987 e il 1994 assassinò 24 persone e ne ferì almeno un centinaio durante le scorribande tra la Romagna e le Marche. Alberto, oggi 53enne, è il fratello più giovane di Roberto e Fabio, i due leader della banda. «È una vergogna, un’indecenza» ha commentato Anna Maria Stefanini, madre di Otello, il carabiniere ucciso insieme ai colleghi Andrea Moneta e Mauro Mitilini dal gruppo criminale. «Non ho parole. Ci si è dimenticati di quello che hanno combinato questi criminali. Ascoltano più loro che noi, le vittime non contano niente». Non è la prima volta che Alberto Savi esce dal carcere e, già in passato, aveva usufruito di alcuni permessi premio a seguito di un percorso di pentimento e risocializzazione insieme alle cooperative che seguono i detenuti. Il tribunale di sorveglianza in occasione delle festività pasquali gli ha concesso la nuova possibilità di uscire dalla cella. «Non so come fanno questi giudici a dare agevolazioni a persone che hanno fatto così tanto male. Mio figlio aveva 22 anni e tre mesi e io da allora porto fiori al cimitero», ha concluso la donna.