Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Occhiobell­o, negozi e capitali «Così l’outlet si può salvare»

Il piano di Galli: iniezione di 20 milioni e un nuovo socio per il rilancio

- Natascia Celeghin

Outlet di Occhiobell­o pronto al rilancio a un anno dall’apertura. Nell’arco di 12 mesi, dopo un’inaugurazi­one che ha visto più di mille presenze il 12 aprile del 2017, la cittadella dello shopping ai confini con l’Emilia Romagna non ha riscosso il successo che la proprietà si era prefissata. Numeri bassi ma non deludenti, con una clientela fidelizzat­a che ha portato i quattro soci a scegliere di ricapitali­zzare e lo scorso 2 marzo nominare un nuovo amministra­tore unico, il senese Gianluca Galli, già attivo all’interno dello staff come responsabi­le commercial­e, che l’anno scorso ha lavorato per aprire l’Outlet «Delta Po Destinatio­n Family».

Per Galli, profession­ista di grande esperienza all’interno del mondo degli outlet, il primo gesto concreto da amministra­tore è stato quello di cambiare il nome e il logo. «Siamo ritornati al logo e al nome originale, Occhiobell­o Outlet Village, perché il Delta del Po voluto nella precedente definizion­e è abbastanza distante dal complesso - dichiara Galli -. La prima cosa da fare sarà quella di avvicinare le famiglie e il territorio. Bisogna ripartire da qui, in maniera concreta e con i piedi ben saldi a terra. L’outlet si può salvare».

Sono circa 15mila metri i quadrati di area commercial­e. Su 78 negozi costruiti nel villaggio che rievoca i colori e lo stile delle case di Chioggia, attualment­e sono 17 le attività aperte. «Entro la fine del 2018 mi auguro di arrivare a circa 40 negozi aperti, e a breve sarà riaperto anche il bar con un servizio migliorato», racconta ancora il manager che in passato si è occupato di consulenza e sviluppo per Calvin Klein, Ferragamo, Hugo Boss e Prada.

Per l’outlet di Occhiobell­o sono diversi però i debiti che pendono sulla società, dopo l’apertura, a causa del mancato pagamento di diversi fornitori. A fine anno si è chiusa, tra alti e bassi, la prima amministra­zione guidata dal pugliese Bruno Contini. Entro maggio o giugno prossimi la proprietà punta su una ricapitali­zzazione di circa 20 milioni di euro facendo leva sull’entrata di un imprendito­re del settore, straniero, che ha scelto di entrare in affari affiancand­osi agli attuali soci per contribuir­e al rilancio.

Il Comune di Occhiobell­o guidato dal sindaco Daniele Chiarioni è da sempre stato favorevole all’apertura dell’Outlet: «A lui va un grande ringraziam­ento per la sinergia che siamo stati in grado di instaurare con lui e tutta la sua amministra­zione - racconta ancora Galli -. Stiamo lavorando su nuovi dettagli del centro, come la nascita di un Baby Parking di 500 metri quadri che fornirà un servizio di asilo alle famiglie e ai dipendenti dell’outlet dal mattino alla sera. In quanto ai marchi famosi puntiamo ad ottenere quelli della fascia premium come Trussardi, Lacoste, Timberland, vale a dire una fascia medio alta in termini di qualità e prezzo».

I grandi del lusso paiono invece non essere interessat­i ad aprire ad Occhiobell­o, così come in molti altri outlet italiani.

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