Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Carraro, convalescenza finita «La cedola non è prematura»
«La convalescenza è finita, siamo in una fase storicamente diversa». Parole di Enrico Carraro, presidente dell’omonimo gruppo padovano dei sistemi di trasmissione di potenza, dopo l’approvazione, da parte del Consiglio di amministrazione, del bilancio 2017. La svolta nei numeri è riflessa in modo chiaro dall’andamento dell’utile netto, 13,7 milioni contrapposto ad una lunga serie di risultati in rosso, ancora dodici mesi fa per 9,1 milioni. Primo anno di profitto dopo la lunga carestia, dunque, e prima distribuzione di un dividendo. L’assemblea del 14 maggio – in cui si presenteranno anche i dati del primo trimestre con fatturato già previsto «in miglioramento» - dovrà approvare una cedola di 0,17 euro per azione.
Un po’ prematuro? «No, nessuna imprudenza – è la replica di Carraro – Carraro Drive Tech (il ramo d’azienda principale, ndr) funziona bene da almeno tre anni e ci siamo liberati del 51% di Elettronica Santerno». Asset da cui da molto tempo giungevano più problemi che soddisfazioni, come i 12,3 milioni di perdite 2016. Senza considerare che, nel frattempo, anche la posizione finanziaria di Carraro è stabilmente sotto i 150 milioni in confronto ai livelli doppi del recente passato.
I dati dicono che il gruppo padovano, nel 2017, ha realizzato un fatturato consolidato per 606 milioni, +2%, con un Ebitda per 55 milioni (9,1% del fatturato) rispetto ai 39,2 milioni 2016, che erano il 6,6% dei ricavi. Uno sguardo all’andamento del business nelle varie aree del mondo rivela un andamento soddisfacente un po’ ovunque al netto della flessione della vendita di macchine agricole in Cina, collegata al venir meno di incentivi statali. «Oserei dire per fortuna – riflette il presidente – data la forte contemporanea crescita della domanda in India e al record europeo. Ma la Cina ha già espresso buoni segnali di ripresa, per noi rimane in prospettiva il mercato globalmente più interessante».
Gli sforzi di Carraro per i prossimi mesi riguardano il rafforzamento di fabbriche e parco utensili, senza escludere in astratto anche acquisizioni, in ottica di progressivo rientro di lavorazioni, in Italia come all’estero.