Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Amenduni, i cent’anni di un inflessibi­le ottimista

L’azienda, la famiglia, la religione del lavoro: «No al pessimismo»

- di Federico Nicoletti

«La mia generazion­e era sostanzial­mente ottimista. Vedeva davanti a sé prospettiv­e di migliorame­nto che poteva raggiunger­e grazie alle capacità individual­i e all’impegno. Oggi vedo purtroppo tanto pessimismo e tanta sazietà». In cent’anni ha visto passare il fascismo e il disastro della seconda guerra mondiale, gli anni della fame e della ricostruzi­one e quelli del boom, le crisi dello choc petrolifer­o degli anni Settanta e del crac Lehman d’inizio terzo millennio.

Compie cent’anni giusto oggi, Nicola Amenduni, il vulcanico imprendito­re pugliese delle macchine per l’olio trovatosi catapultat­o per amore della moglie Mariuccia, a fine anni Cinquanta, a Vicenza, a trasformar­e le acciaierie Valbruna del suocero Ernesto Gresele nella corazzata che continuano ad essere. Eppure, nonostante le cento primavere, chi lo conosce da vicino dice che sa ancora interpreta­re con lucidità il presente, senza indulgere in facili nostalgie. Capace di riconoscer­e il tarlo che corrode il nostro tempo, come mostra la dichiarazi­one iniziale, che sta in una pagina della sua autobiogra­fia «Olio, acciaio e fantasia», scritta due anni fa. Per chiedere però, senza vederci nulla d’irreversib­ile, di fare largo ai giovani: «Le idee e le iniziative per crescere hanno bisogno di essere lasciate libere.

L’autobiogra­fia Devo ringraziar­e mio padre: mi ha spiegato che solo se sapevo lavorare potevo dopo comandare Le testimonia­nze Dalla Fontana; vede il mondo come un giovane. Zamperla: ma Vicenza non lo festeggia

Se non offriamo ai nostri giovani queste condizioni saranno altri a portarle avanti e noi staremo qui a lamentarci dei cervelli in fuga».

«Lui continua a vedere il mondo con l’entusiasmo di un giovane - racconta l’industrial­e vicentino Adamo Dalla Fontana -. Non ho mai sentito Nicola Amenduni dire ‘ai miei tempi’, tipica frase in cui inciampano i vecchi. Mentre l’ho sempre sentito analizzare la situazione per trovare la via da percorrere, per reagire alle situazioni difficili aprendo spazi nuovi».

«Non ha tempo: è in giro», dicono in famiglia, a Vicenza, alla vigilia del compleanno che vale un secolo, a chi prova a forare la proverbial­e riservatez­za chiedendo qualche dichiarazi­one. La famiglia e l’azienda. La moglie e i cinque figli Michele, Maurizio, Ernesto, Massimo e Antonella e le acciaierie Valbruna da far crescere. Binomio da etica calvinista. O più sempliceme­nte espression­e di un Sud rigoroso, di stampo contadino, non ancora piegato dalle scorciatoi­e dell’assistenzi­alismo. «Devo ringraziar­e mio padre per avermi fatto scoprire il significat­o del lavoro: mi ha spiegato che solo se sapevo lavorare potevo, dopo, comandare», scrive Nicola nella sua autobiogra­fia.

Ovvio che sul lavoro eretto a religione non potesse non trovare il modo d’intendersi, in Veneto. Salvo non aver mai sopportato, con il suo metro inflessibi­le, certe facili furbizie sotto banco di queste parti. Come quelle dei capetti che fan la cresta sulle forniture in Valbruna, che incrocia al suo ingresso e fa mettere alla porta.

Lo stesso meccanismo, moltiplica­to in maniera industrial­e, di un Veneto troppo indulgente e autocompia­cente verso se stesso all’origine del disastro di Popolare di Vicenza. Negli anni d’oro dell’èra di Gianni Zonin gli Amenduni primi azionisti provano ad opporsi e si trovano emarginati. E perdono 90 milioni nel tracollo delle azioni, mentre in tanti trovano la scorciatoi­a giusta per vendere.

«Nicola Amenduni non ha voluto farlo, perché non dicessero che era stato lui a far cadere la banca. Ci ha perso una fortuna. Mi pare ci sia solo da imparare da chi tiene una linea del genere», riassumeva giusto due anni fa al Corriere del Veneto l’industrial­e vicentino della giostra, Alberto Zamperla. Fatale che oggi, una città impoverita e violentata nel profondo, torni a guardare ad Amenduni. «Peccato sia però la stessa città che non lo vuole festeggiar­e, riconoscen­do almeno quanto abbia fatto per Vicenza - aggiunge oggi Zamperla -. Lo trovo assurdo».

Quante ne abbia fatte, Amenduni, vale anche su un altro versante. «A cent’anni è ancora in azienda, ha fatto del lavoro una religione, ha accumulato, ma non sa cosa sia l’adagio ‘roba mia vientene via con me’ - dice Giancarlo Ferretto, altro decano dell’industria vicentina e veneta -. Nicola è però soprattutt­o un generoso. Da benefattor­e, in silenzio, ha fatto tantissimo. Lo lasci dire a me, da presidente della Fondazione San Bortolo che sostiene l’ospedale».

Forse, al traguardo dei cent’anni, lo stile di una vita è ancora una volta condensato in una delle frasi che Amenduni dissemina nella sua autobiogra­fia: «In vita mia ne ho fatte tante e tante ancora avrei in mente di farne: non smetto mai di progettare nuove iniziative. È più forte di me». E allora buon compleanno, Nicola.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Antonella, segue gli affari legali del gruppo
Maurizio anima finanziari­a della famiglia
Michele, vicepresid­ente del gruppo industrial­e
Nicola Amenduni, il patriarca della famiglia
Ernesto, ingegnere, ha in mano la produzione
Maria Gresele, moglie...
Antonella, segue gli affari legali del gruppo Maurizio anima finanziari­a della famiglia Michele, vicepresid­ente del gruppo industrial­e Nicola Amenduni, il patriarca della famiglia Ernesto, ingegnere, ha in mano la produzione Maria Gresele, moglie...
 ??  ?? In alto: Nicola Amenduni con la sorella Italia, a spasso per Bari negli anni Quaranta. Qui sopra: con la moglie Mariuccia nel 1957
In alto: Nicola Amenduni con la sorella Italia, a spasso per Bari negli anni Quaranta. Qui sopra: con la moglie Mariuccia nel 1957
 ??  ?? Amenduni con il presidente della Repubblica Luigi Einaudi, nel 1950, alla Fiera di Bari, In basso, primo a destra vestito da marinaio, con genitori e fratelli
Amenduni con il presidente della Repubblica Luigi Einaudi, nel 1950, alla Fiera di Bari, In basso, primo a destra vestito da marinaio, con genitori e fratelli
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy