Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Misoginia, razzismo e sesso L’«Otello» riletto dall’Elfo
La tragedia di Shakespeare stasera al Comunale di Vicenza
Dramma della gelosia per antonomasia, ma nella sostanza testo ricco di tematiche complesse, l’Otello di Shakespeare si presta a letture originali e variegate. Tale è quella prodotta dal Teatro dell’Elfo con la regia di Elio De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli, nella nuova traduzione di Ferdinando Bruni, in programma in prima regionale, stasera alle ore 20.45 al Teatro Comunale di Vicenza. Interpreti, lo stesso De Capitani nel ruolo del titolo, con Emilia Scarpati Fanetti in quello di Desdemona e Federico Vanni nei panni di Jago, affiancati da Alessandro Averone, Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Carolina Cametti, Gabriele Calindri, Massimo Somaglino, Michele Costabile. Le scene sono di Carlo Sala, giocate sul contrasto di chiari e scuri e di trasparenze; le musiche di Silvia Colasanti. È una versione contemporanea di Otello, realizzata come un racconto di suspense che diventa un po’ alla volta dramma della gelosia e del sesso, ma anche dei rapporti inter-razziali e culturali, del dubbio e del potere cogente delle parole: una fitta rete di passioni e sentimenti inconfessabili che diventano brodo di coltura di xenofobia, misoginia e di tante forme d’intolleranza sociale e privata di cui si compone la società, ieri come oggi. Come spiegano i due registi «mettere in scena Otello oggi è un modo per fare i conti con la singolare attrazione che la vicenda del Moro esercita in tutti noi, come un congegno misterioso messo lì per “innescare” una risposta emotiva sui fantasmi dell’inconscio collettivo con cui una società costruisce i propri parametri proiettando ‘fuori di sé, sullo straniero, tutto ciò che ha di inconfessabile». Ad emergere nello spettacolo è dunque la forza dell’attualità dell’opera shakespeariana che ci riporta così ai cruenti episodi di cronaca di oggi: il grande bardo scrive in Otello la tragedia del femminicidio, una forma di violenza presente nel tessuto dei rapporti familiari e sociali, esercitata dal maschio sulla donna spesso per il puro piacere di reprimerne la presenza nel mondo. Jago è certo un manipolatore, un «untore ideologico», ma in questo nuovo Otello nessuno sembra immune dal suo contagio e da quello dei pregiudizi che condizionano le vite di tutti.