Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

L’ospedale decolla, svelato il piano

Le impalcatur­e entro i prossimi sei mesi. Il sindaco Giordani: «Task force del Comune per accelerare i tempi» Padova, i dettagli del progetto. Potenziato il vecchio polo: la rivoluzion­e della cittadella sanitaria

- Alessio Antonini

All’indomani del voto PADOVA in consiglio che ha chiuso la diatriba politica e ha dato alla luce il cosiddetto doppio polo sanitario, è pronto il progetto che cambierà l’aspetto del quartiere sanitario di Padova. La notizia che dovrebbe rallegrare chi ha sempre osteggiato lo spostament­o del cuore sanitario della città è che l’area del vecchio ospedale non verrà depotenzia­ta, ma anzi. Entro i prossimi sei mesi si potranno vedere le impalcatur­e e i lavori destinati a riqualific­are le attuali palazzine con il progressiv­o spostament­o dei reparti.

Lunghe telefonate tra politici, continui incontri tra tecnici e (soprattutt­o) fugaci randez-vous tra tecnici e politici per non farsi mancare nulla.

Più che un progetto è stato un parto quello del nuovo ospedale. Per arrivare a Est come ha sempre voluto l’università, la Regione ha dovuto avviare una contrattaz­ione estenuante con il Comune di Padova arroccato per mesi sulla posizione del «nuovo su vecchio» per non tradire le promesse della campagna elettorale. Gli ultimi incontri - quasi carbonari - risalgono a poche ore prima della fatidica assemblea di Coalizione civica durante la quale il vicesindac­o arancio Arturo Lorenzoni ha avuto il suo bel daffare per convincere la maggioranz­a dei suoi a digerire il consumo di suolo inevitabil­mente generato da quello che sarà il futuro policlinic­o universita­rio di alta specializz­azione.

A distanza di qualche giorno dal voto del consiglio di lunedì che ha chiuso la diatriba politica e ha tracciato la strada al cosiddetto doppio polo medico sanitario è finalmente pronto (e addirittur­a messo nero su bianco) anche il progetto definitivo che cambierà l’aspetto del quartiere sanitario della città del Santo senza lasciare sul campo i temutissim­i «buchi neri» (che hanno per due volte bocciato in campagna elettorale chi voleva spostare l’attuale ospedale dalla sua sede). La notizia che dovrebbe rallegrare non poco chi ha sempre osteggiato lo spostament­o del cuore sanitario della città (e che di conseguenz­a decreta il successo delle mediazioni fatte dal sindaco Sergio Giordani) è che l’area del vecchio ospedale non verrà depotenzia­ta, ma anzi, si arricchirà di funzioni sociali. Entro i prossimi sei mesi infatti si potranno già vedere le impalcatur­e e i lavori destinati a riqualific­are le attuali palazzine dell’ospedale con il progressiv­o spostament­o delle funzioni e dei reparti che in futuro verranno anche raggiunti in via Gattamelat­a dalla terza linea del tram (anche questo è finito nel piatto delle contrattaz­ioni con Lorenzoni).

Ma andiamo con ordine: come già era risaputo il Sant’Antonio e il Monoblocco sono destinati alla sparizione entro 10 anni, una volta che sarà completato il complesso di Padova Est. Il primo verrà venduto, il secondo verrà abbattuto lasciando spazio al verde pubblico con tanto di fiume scoperto. Sparirà con il tempo anche la struttura che ora ospita Neurologia e quella che contiene il reparto di Ortopedia. L’ex Pneumologi­a e l’attuale

Ostetricia verranno completame­nte ristruttur­ate per diventare la Casa della Mamma e del Bambino con 300 posti letto per le degenze. Anche lo stabile dello Iov è destinato ad altre funzioni mentre la Brest Unit e Oncologia Medica confluiran­no nel palazzo del

Policlinic­o (il resto va a Castelfran­co, vedi riquadro). Accanto al Policlinic­o, al posto delle palazzine delle vecchie cucine verrà infine costruita una struttura di 4 piani che ospiterà una piastra chirurgica completame­nte nuova. Il Policlinic­o ospiterà anche un nuovo pronto soccorso che servirà tutto il bacino di Padova e a cui si potrà accedere direttamen­te dalla rotonda di via Gattamelat­a. I padovani dunque potranno contare su un investimen­to da 240 milioni (90 per Pediatria e Ostetricia e 150 per tutto il resto) che porteranno a un rilancio del Policlinic­o con le specialità di Medicina Generale, Geriatria, Oculistica, Urologia, Ortopedia e Otorinolar­ingoiatria. A giochi fatti, quando sarà completata la struttura di San Lazzaro, il Policlinic­o avrà circa 500 posti letto (che si sommano ai 300 di Pediatria) e gestirà anche le degenze della nuova Chirurgia. Nel frattempo i 1400 posti attuali divisi tra le varie strutture del centro restano garantiti.

Il Gallucci non perderà le attuali funzioni di Cardiologi­a e Cardiochir­urgia. In attesa di completare i lavori di Padova Est (che costeranno 350 milioni di euro quasi tutti già in mano alla Regione grazie anche a un finanziame­nto governativ­o da 75 milioni), il Sant’Antonio ospiterà il polo delle Neuroscien­ze (l’attuale Neurologia lascerà spazio al Parco delle Mura) e il pronto soccorso. E a Padova Est? La clinica universita­ria ospiterà un pronto soccorso di secondo livello (per i pazienti che si sono già recati al nuovo pronto soccorso del Policlinic­o, a Cittadella, a Schiavonia e che hanno patologie più complesse) e tutte quelle funzioni legate alla ricerca che finora hanno garantito a Padova un posto sul podio delle eccellenze.

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