Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Eredità contesa, assolta la bancaria Tornano disponibili 600 mila euro
L’impiegata non plagiò la 88enne cliente. In vista causa civile con i familiari dell’anziana
Non ha abusato della presunta debolezza psicologica di una sua anziana e facoltosa cliente della filiale rodigina di Corso del Popolo della Unicredit per farsi nominare sua erede e sottrarle decine di migliaia di euro. Ieri l’ex bancaria rodigina Emanuela Franzoni (avvocato Raffaella Giacomin) è stata assolta in udienza preliminare con rito abbreviato dal giudice Alessandra Martinelli dall’accusa di circonvenzione d’incapace aggravata.
Resta tutta aperta la partita dei circa 600.000 euro tra contanti, titoli e depositi bancari dell’anziana sequestrati un anno fa dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia tributaria di Rovigo per impedire alla Franzoni di attingere al patrimonio in qualità di erede universale e che ieri sono stati dissequestrati.
Dopo l’assoluzione di ieri sarà quasi certamente un procedimento civile a stabilire a chi andrà la somma, a questo punto contesa tra la Franzoni e i familiari dell’anziana che nel 2016 hanno presentato in Procura l’esposto che ha avviato la vicenda.
L’anziana rodigina, che con testamento ha nominato la Franzoni sua erede universale, è deceduta nel 2016 all’età di 88 anni. Secondo gli inquirenti la bancaria, che si è dimessa dal suo incarico in Unicredit e sta cercando lavoro, attraverso un processo di condizionamento psicologico avrebbe indotto l’88enne, sua cliente e che aveva il suo cospicuo patrimonio bancario in Unicredit, a redigere un testamento a suo favore.
Poi la Franzoni, attraverso l’utilizzo di una carta di debito intestata alla pensionata, ma di fatto nella sua disponibilità, ha compiuto reiterati prelievi di denaro dal conto della vittima. Prelievi quantificati in circa 32.000 euro e che si sono interrotti nell’agosto 2013, come appurato dai finanzieri. Secondo gli investigatori, dal 2013 al 2016 l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’anziana, poi ricoverata in una casa di riposo a Rovigo, avrebbe accelerato le operazioni di assoggettamento psicologico da parte della bancaria.
Una tesi da sempre contrastata dalla difesa della Franzoni che, nel corso del procedimento, ha prodotto documentazione medica che attestava un forte attaccamento al denaro e un carattere diffidente dell’88enne. Come a dire che l’anziana mai avrebbe nominato sua erede una persona della quale non avesse avuto la massima fiducia.