Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Eredità contesa, assolta la bancaria Tornano disponibil­i 600 mila euro

L’impiegata non plagiò la 88enne cliente. In vista causa civile con i familiari dell’anziana

- Antonio Andreotti

Non ha abusato della presunta debolezza psicologic­a di una sua anziana e facoltosa cliente della filiale rodigina di Corso del Popolo della Unicredit per farsi nominare sua erede e sottrarle decine di migliaia di euro. Ieri l’ex bancaria rodigina Emanuela Franzoni (avvocato Raffaella Giacomin) è stata assolta in udienza preliminar­e con rito abbreviato dal giudice Alessandra Martinelli dall’accusa di circonvenz­ione d’incapace aggravata.

Resta tutta aperta la partita dei circa 600.000 euro tra contanti, titoli e depositi bancari dell’anziana sequestrat­i un anno fa dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia tributaria di Rovigo per impedire alla Franzoni di attingere al patrimonio in qualità di erede universale e che ieri sono stati dissequest­rati.

Dopo l’assoluzion­e di ieri sarà quasi certamente un procedimen­to civile a stabilire a chi andrà la somma, a questo punto contesa tra la Franzoni e i familiari dell’anziana che nel 2016 hanno presentato in Procura l’esposto che ha avviato la vicenda.

L’anziana rodigina, che con testamento ha nominato la Franzoni sua erede universale, è deceduta nel 2016 all’età di 88 anni. Secondo gli inquirenti la bancaria, che si è dimessa dal suo incarico in Unicredit e sta cercando lavoro, attraverso un processo di condiziona­mento psicologic­o avrebbe indotto l’88enne, sua cliente e che aveva il suo cospicuo patrimonio bancario in Unicredit, a redigere un testamento a suo favore.

Poi la Franzoni, attraverso l’utilizzo di una carta di debito intestata alla pensionata, ma di fatto nella sua disponibil­ità, ha compiuto reiterati prelievi di denaro dal conto della vittima. Prelievi quantifica­ti in circa 32.000 euro e che si sono interrotti nell’agosto 2013, come appurato dai finanzieri. Secondo gli investigat­ori, dal 2013 al 2016 l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’anziana, poi ricoverata in una casa di riposo a Rovigo, avrebbe accelerato le operazioni di assoggetta­mento psicologic­o da parte della bancaria.

Una tesi da sempre contrastat­a dalla difesa della Franzoni che, nel corso del procedimen­to, ha prodotto documentaz­ione medica che attestava un forte attaccamen­to al denaro e un carattere diffidente dell’88enne. Come a dire che l’anziana mai avrebbe nominato sua erede una persona della quale non avesse avuto la massima fiducia.

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