Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sappada e Dolomiti da scoprire Il Giro «sale» tra Veneto e Friuli
Tappa in Comelico e due passi inediti. Zaia: «Impegni rispettati»
È SAN PIETRO DI FELETTO (TREVISO) il classico tappone dolomitico che infiammerà i tifosi per il Giro d’Italia numero 101, e poco importa se le montagne storiche della corsa rosa sono state sacrificate per cercare nuovi terreni di sfida.
La giornata? Quatto salite, nessuna durissima ma nessuna facile, con i corridori che illumineranno il secondo fine settimana del Giro reduci dalle fatiche del «Kaiser» Zoncolan. Domenica 20 maggio la corsa rosa partirà da Tolmezzo per raggiungere Sappada, percorrendo due salite inedite del Comelico con la carovana che si darà battaglia dopo Auronzo di Cadore tra i tornanti del Passo Sant’Antonio e l’ascesa di Costalissoio con l’asfalto costantemente sopra il 10% di pendenza. L’antipasto della battaglia prevede un menù di tutto rispetto con il gran premio di terza categoria che porta al passo della Mauria e poi quello che, superato il Cadore, raggiunge il Passo Tre Croci lasciando alle spalle Cortina d’Ampezzo. Ascese che possono lasciare tossine nelle gambe di chi non è al top della condizione. Il finale di tappa è in leggera ascesa per giungere a Sappada, dove l’arrivo è a qualche centinaio di metri da quello del 1987 che permise all’irlandese Stephen Roche di conquistare la sua prima maglia rosa nell’anno del grande slam GiroTour-Mondiale. Altri tempi. Ieri a Ca’ del Poggio, tra le colline trevigiane del Prosecco, la tappa nata veneta e diventata «interregionale» dopo il passaggio di Sappada al Friuli, è stata svelata.
Per l’occasione il governatore del Veneto Luca Zaia ha rimarcato il cambiamento geo-politico epocale del territorio. «Siamo sempre stati rispettosi degli impegni presi — ha detto — con Sappada ce l’avevamo e siamo qui. La frazione è stata finanziata interamente dal Veneto e per buona parte toccherà le sue montagne. Diciamo che una regione a statuto ordinario ha aiutato una a statuto speciale, questa tappa è un grande evento sportivo che doniamo al Friuli e alla sua comunità». La tappa di Sappada misura 176 chilometri, in un continuo saliscendi. «E’ un percorso non impegnativo ma che può far male a chi non lo affronterà nel modo giusto», spiega Manuel Piller Hoffer, sindaco sappadino. Impossibile non toccare anche il tema della candidatura di Cortina alle Olimpiadi del 2026. «Non è una candidatura contro qualcuno — spiega ancora Zaia — la prossima settimana incontrerò Malagò, poi ci rimettiamo alle decisioni del Coni e del governo che verrà. Siamo molto competitivi, sia in ambito nazionale che mondiale. La carta vincente da giocarci è Cortina, un biglietto da visita internazionale garantita da strutture e servizi già esistenti e collaudati, magari coinvolgendo anche territori contermini come, ad esempio, Asiago e Sappada».
Per gli appassionati veneti quella del 20 maggio sarà il clou di una tre giorni che inizierà venerdì quando la tredicesima tappa partirà da Ferrara e arriverà a Nervesa della Battaglia dopo 180 chilometri in un’occasione per le ruote veloci. Sabato 19 è poi in cartello la frazione più attesa: San Vito al TagliamentoMonte Zoncolan, con 5 gran premi della montagna, prima dell’ultima ascesa sul «Kaiser» i cui muri al 22% sono già leggenda del Giro.
Luca Zaia La tappa resta finanziata interamente dal Veneto: grande evento di sport che «doniamo» al Friuli