Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tre minorenni su dieci sono vittime di minacce e insulti
Tre ragazzini su dieci sono bersaglio di minacce, insulti e prevaricazioni e tra questi almeno uno finisce col farsi del male. Sono i numeri che inquadrano il bullismo in Italia e che si specchiano quasi uguali nel territorio della Città Metropolitana di Venezia. Eppure, stando ai registri dello sportello dedicato, da gennaio i casi segnalati sono una decina e nessuno grave. «Molte scuole si rivolgono direttamente alla polizia postale, cercano di risolvere il problema convocando alunni e genitori o chiamano gli psicologi — spiega la professoressa Elena Zambianchi, responsabile dello sportello —. Noi cerchiamo di raggiungere tutti gli istituti con un lavoro capillare di sensibilizzazione, condotto anche negli istituti del Comune coinvolto nell’utimo episodio, dal quale però non erano giunte segnalazioni». E’difficile avere il quadro completo del fenomeno, ma una recente indagine su 8mila ragazzi evidenzia che nel 2017 le vittime di prevaricazioni tra i 14 e i 18 anni sono state il 28 % del campione (il 40% in più rispetto al 2016). Nella fascia 11-13 anni si sale fino al 30%. Le conseguenze sono immediate e devastanti: il 75% delle vittime si sente depresso e triste, il 54% ha frequenti crisi di pianto, il 32% attua comportamenti autolesionisti. Rispetto alla media italiana, che vede ancora una forte distinzione tra bullismo «cyber» e «offline», in provincia le linee di demarcazione sono più sfumate. «Ormai quasi ogni episodio di violenza ha qualche ripercussione digitale — rivela Zambianchi — d’altronde è il mondo in cui vivono i ragazzi di oggi, quello degli smartphone». La soluzione passa per il confronto e il dialogo, quindi nelle scuole si moltiplicano le attività di sensibilizzazione: sono già in corso diversi progetti, come «YourSelfie», che trasformerà le esperienze dei ragazzi in uno spettacolo teatrale, o i concorsi aperti a tutti «Scollegati dal bullismo» e «Violenza? No, grazie».