Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Incarico a Casellati appello delle imprese «Ora basta liti»

E Zaia: coi veti futuro governo a rischio

- Zambon

È un appello appassiona­to e corale quello delle imprese del Nordest. Da quel triangolo della crescita che è motore della ripresa, nel giorno del mandato esplorativ­o a Casellati, si chiede un governo con mandato pieno che rassicuri i partner esteri visto che l’export è la spina dorsale del tessuto imprendito­riale.

L’aria è elettrica a Nordest, nel triangolo della crescita, il giorno in cui il presidente Mattarella ha affidato il mandato esplorativ­o per formare il nuovo governo al presidente del Senato, la padovana Maria Elisabetta Alberti Casellati. 48 ore di tempo per risolvere un cubo di Rubik combinando il giallo del M5S e il verde della Lega. Il primo giro di consultazi­oni nel pomeriggio non pare promettere bene con Di Maio che ribadisce il veto sul nome di Berlusconi. Giornata impegnativ­a per la presidente che, secondo indiscrezi­oni del sito Dagospia, avrebbe visto ieri mattina pure il presidente del Coni Giovanni Malagò per parlare della candidatur­a italiana per le Olimpiadi invernali del 2026 (a cui com’è noto concorre Cortina), candidatur­a che non sarà presa in consideraz­ione dal Cio se non sarà sostenuta da un governo. Intanto, il Nordest che sta guidando la ripresa economica guarda con palpitazio­ne al feuilleton romano del nuovo esecutivo. Il mondo delle imprese chiede con una voce sola la fine delle liti e un governo solido, scudo e vettore soprattutt­o per l’export, spina dorsale delle piccole e medie aziende. «Abbiamo vissuto con crescente disillusio­ne questi 40 giorni - racconta Agostino Bonomo, presidente di Confartigi­anato Veneto - ora diciamo basta alle liti e alla politica gridata». Ad ammonire, prima ancora delle associazio­ni di categoria, è stato ieri il governator­e Luca Zaia: «È un mandato esplorativ­o con dei limiti ben definiti per vedere se c’è una maggioranz­a fra centrodest­ra e M5S. Il presidente Casellati è una persona in gambissima, è in grado di capire se si potrà chiudere questa partita. Se continuera­nno ad esserci veti è una partita che non si chiuderà mai». Veti incrociati che si traducono in tempi lunghi, mentre oltre confine si affievolis­ce la fiducia nella stabilità italiana. Un rischio concreto per chi fa impresa, soprattutt­o nel Triangolo della crescita: «Nel privato, - dice Zaia - le società non hanno nessun futuro con i veti, immagino che sia veramente a rischio anche questa nuova società che è un’avventura di governo». Fiducia in Casellati, certo, ma scetticism­o dilagante per gli esiti ultimi di un governo che goda di un mandato pieno.

«Qui bisogna prendere il toro per le corna - scandisce Matteo Zoppas, presidente di Confindust­ria Veneto - Noi non abbiamo bisogno del governo del day by day ma di un governo capace di riforme coraggiose, struttural­i, ne abbiamo bisogno per essere di nuovo competitiv­i con i nostri veri competitor­s che sono all’estero. Casellati ha i numeri per fare un eccellente lavoro, mi chiedo, però, che potrà fare di fronte alla nascita, oggettivam­ente difficile, di una vera maggioranz­a. Credo, poi che si debbano ripensare strumenti come i social network, segno di una visione mordi e fuggi che mal si accorda con una prospettiv­a di medio e lungo termine». E ieri, giorno di chiusura di un’edizione da record di Vinitaly che sembra aver soppiantat­o Porta a Porta nel ruolo di «terza Camera» a giudicare dal parterre di politici che l’hanno attraversa­to a partire proprio da Casellati, si è fatto sentire anche l’appello degli imprendito­ri vitivinico­li che sull’export fondano il loro impero. Da Vinitaly Luciano Benetton ha parlato nei giorni scorsi di «schermagli­e nauseabond­e» auspicando tempi lenti pur di arrivare a un esecutivo efficace. Marilisa Allegrini, zarina dell’Amarone veronese, spera, invece, in tempi brevi: «La nostra economia ora non si può permettere una fase vacante. E l’antieurope­ismo sarebbe una sciagura dal punto di vista economico». Già, l’Europa, àncora di salvezza per le imprese venete, soprattutt­o per quelle agricole. Lo spettro del «no euro» si aggira ancora, minaccioso nonostante le recenti smussature, sia in casa Lega che nel M5S. «Vogliamo un governo che sia punto di riferiment­o per andare in Europa - chiarisce Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco doc - lì si decidono le nostre sorti». L’estero, sempre l’estero. Tormento per gli imprendito­ri nordestini in questa fase di profonda incertezza come ribadisce Mario Pozza, presidente di Unioncamer­e: «Meglio si prendano qualche giorno in più e arrivino a un buon accordo con un governo solido. Le imprese han bisogno di programmaz­ione, di un esecutivo che supporti la loro azione soprattutt­o all’estero, questo territorio sta soffrendo, gli deve essere riconosciu­to qualcosa altrimenti le tensioni crescerann­o». Aspettativ­e e recriminaz­ioni si mischiano ma l’urgenza, per Bonomo è ripartire dai fondamenta­li: «La matematica non è un’opinione, con questa legge elettorale non avremo mai la stabilità necessaria. Si cambi e poi si torni alle urne». «Fare presto e bene» taglia corto Alessandro Conte, presidente di Cna Veneto.

Bonomo Confartigi­a nato Serve al più presto una nuova legge elettorale, così non va

Pozza Unioncame re La stabilità del governo è cruciale per il nostro export

Allegrini L’antieurope­ismo sarebbe una sciagura dal punto di vista economico

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