Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Allerta radon, chiuso un asilo a Padova
I tecnici dell’Arpav hanno rilevato la presenza del gas radioattivo in 89 istituti
I tecnici dell’Arpav hanno rilevato presenza di gas radon in 89 istituti scolastici di Padova. In uno, l’asilo nido comunale «Il Trenino» di via Jacopo da Montagnana, zona Arcella di Padova, la presenza del gas supera (di poco) i limiti di legge. Il Comune ha quindi deciso di chiudere la struttura e trasferire i bambini in altri istituti. I lavori per la messa in sicurezza inizieranno subito per permettere il regolare svolgimento del prossimo anno scolastico.
Non c’è pace per l’asilo nido comunale Il Trenino di via Jacopo da Montagnana.
Un mese fa esatto, nel giardino dell’istituto che si trova in zona Arcella, era improvvisamente caduto un pioppo, alto una ventina di metri, per fortuna senza alcuna conseguenza per bimbi e insegnanti. Ieri invece i tecnici dell’Arpav, nell’ambito di un generale monitoraggio in tutte le scuole cittadine, hanno rilevato nei locali al piano terra dell’edificio una concentrazione di gas radon di poco superiore al limite di attenzione previsto dalla legge per i luoghi pubblici, che è pari a 500 becquerel (unità di misura dell’attività radioattiva che ha sostituito il curie) per metro cubo d’aria. Come prevede la legge è subito scattato lo stato d’allerta. In questi casi, la norma stabilisce che, per motivi precauzionali, debbano essere realizzati, nel giro di tre anni, alcuni interventi strutturali per eliminare le infiltrazioni del gas radon. Il quale, pur essendo (in grandi concentrazioni) estremamente nocivo per la salute, è un gas di origine naturale che si sprigiona dal sottosuolo e può accumularsi al piano terra di tanti immobili. Nonostante i quantitativi rilevati siano di poco sopra il tetto di legge, come atto di estrema cautela, il Comune ha deciso di non aspettare tre anni e correre immediatamente ai ripari, convocando alle 17 di domani una riunione d’urgenza con le famiglie e programmando la chiusura del nido «Il Trenino» a partire da venerdì 27 aprile prossimo e fino al termine dell’anno scolastico in corso.
I circa 50 bimbi che frequentano l’asilo, fanno sapere da Palazzo Moroni, verranno quindi «smembrati» e trasferiti in altri istituti della zona.
«Ci rendiamo perfettamente conto che lo spostamento comporterà alcuni disagi, che cercheremo comunque di ridurre il più possibile – spiega l’assessore comunale alla Scuola Cristina Piva – Ma in presenza di bambini così piccoli, abbiamo preferito non perdere tempo e intervenire subito. Finora le concentrazioni di gas radon erano state di molto al di sotto della soglia di attenzione, ma, su indicazione dei tecnici dell’Arpav, avevamo disposto una costante ventilazione per accelerare il ricambio dell’aria ed eliminare così questa sostanza che, malgrado sia incolore e inodore, è più pesante dell’aria e dunque tende ad accumularsi sul pavimento».
L’assessore ha poi voluto tranquillizzare le famiglie dei bimbi che frequentano l’istituto: «Con queste concentrazioni e con questi tempi di esposizione il pericolo è praticamente nullo. Il gas radon, infatti, diventa pericoloso solo se viene respirato in concentrazioni elevate per un periodo prolungato». Nell’incontro con i genitori e con il personale della scuola previsto per domani, Piva spiegherà la situazione nel dettaglio portando con sé anche i dati rilevati dai tecnici dell’Arpav.
« Entro fine mese – continua l’assessore – completeremo il trasferimento di tutti i bimbi e dopo procederemo coi lavori strutturali necessari per intercettare la sostanza che sale dal sottosuolo e disperderla all’esterno dell’asilo attraverso i quattro camini che ci sono nell’edificio».
Se non ci saranno ulteriori complicazioni, gli interventi di bonifica si concluderanno dopo l’estate. A settembre, dunque, in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico, «Il Trenino» potrà riaprire regolarmente i battenti. Emergenza a parte però, va detto che il monitoraggio dei tecnici delll’Arpav ha rilevato la presenza di gas radon, pur in concentrazioni inferiori ai 500 becquerel per metro cubo d’aria e dunque al di sotto dell’allarme, in altri ben 89 istituti cittadini. Secondo Palazzo Moroni il dato rilevato non deve destare preoccupazioni ma deve essere tenuto costantemente sotto controllo per evitare pericoli.