Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Stop definitivo all’iper del Catajo

Il vincolo paesaggist­ico diventa permanente, gli ambientali­sti esultano

- Roberta Polese Davide D’Attino

La Soprintend­enza ha PADOVA stabilito che il castello del Catajo non va solamente tutelato come struttura, ma anche nel contesto del suo paesaggio. È dunque vietato costruire nei dintorni del castello. Tradotto questo significa che il parco commercial­e previsto a Due Carrare non si potrà più realizzare. E se da una parte è prevedibil­e la rabbia di Deda Srl (che infatti promette di fare ricorso al Tar), dall’altra è altrettant­o prevedibil­e la soddisfazi­one degli ambientali­sti: «Vittoria».

Cervellin È una notizia bellissima sono contento di questa decisione Moro Solo questo intervento poteva cambiare la destinazio­n e d’uso dell’area Bertin È una vittoria per tutti. Oggi è stato segnato un punto importante Miazzi (ambientali­sti) Questa vittoria ci insegna che le mobilitazi­oni dal basso possono fermare il cemento e le speculazio­ni

La decisione era nell’aria PADOVA da almeno una settimana. E ieri, come sperato dagli ambientali­sti e dalle categorie di commercian­ti, la Soprintend­enza ha azzerato ogni dubbio: il vincolo paesaggist­ico provvisori­o nell’area che circonda il castello del Catajo è diventato definitivo. Il contestati­ssimo centro commercial­e che doveva sorgere a Due Carrare, non molto lontano dal castello, dunque non si potrà più costruire. La partita però non finisce qui. Deda srl, proprietar­ia dell’area in cui lo shopping center doveva nascere, infatti promette battaglia: «Ricorrerem­o al Tar, dove siamo sicuri di vincere, e chiederemo i danni», afferma Rodolfo Cetera, amministra­tore delegato di Deda, preoccupat­o che lo stop possa far perdere alla sua società circa 15 milioni di euro, la cifra già investita nell’operazione.

In attesa che la guerra si sposti nelle aule di un tribunale, però, la notizia è stata accolta tra gli applausi degli ambientali­sti e dei commercian­ti che hanno da sempre contestato l’opera. Dopo un anno di manifestaz­ioni, proteste e comunicati ai giornali, quella di ieri è considerat­a dai contestato­ri «una vittoria storica». Erano stati i comitati della Bassa infatti ad accendere i riflettori su una vicenda che era diventata la «madre di tutte le battaglie». E la Soprainten­denza pare aver accolto la richiesta. «Il vincolo paesaggist­ico è stato posto - si legge nel dispositiv­o - al fine di garantire il mantenimen­to degli elementi costitutiv­i di appartenen­za e della cornice ambientale del complesso del Catajo degli accessi prospettic­i e della percezione da diversi punti visuali». Insomma del castello va tutelata non solo la struttura acquistata dall’imprendito­re Sergio Cervellin, ma anche la vista dalle sue terrazze («È una notizia bellissima, sono contento», dice Cervellin). D’altra parte l’intervento della Soprintend­enza era l’unica carta in grado di fermare la realizzazi­one del l’iper (che avrebbe dovuto dare lavoro a circa 1200 persone), visto che l’iter per la realizzazi­one del parco commercial­e era stato avviato tempo addietro, addirittur­a quando il comune di Due Carrare ancora non esisteva (correva il tempo dei Comuni di Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano) e visto che l’attuale amministra­zione non aveva alcuna possibilit­à di intervenir­e senza incorrere in cause milionarie. «Il vincolo conferma quanto abbiamo sempre sostenuto - spiega Davide Moro, primo cittadino di Due Carrare, da sempre contrario all’opera ma da un anno al centro della bufera perché la stava portando avanti - Solo un intervento superiore al livello comunale poteva cambiare la destinazio­ne d’uso dell’area». Per gli ambientali­sti però non ha senso pensare alle eventuali cause future quanto va fatto tesoro della lezione odierna. «Nella sostanza la Soprintend­enza ha accolto le osservazio­ni propositiv­e indicate congiuntam­ente dalle associazio­ni Italia Nostra e Legambient­e di Padova e dai comitati Lasciateci Respirare e La Nostra Terra – dice Francesco Miazzi, capo degli ambientali­sti della Bassa - Certo che il vincolo potrà essere impugnato e sottoposto al giudice amministra­tivo, ma la sconfitta di Deda, dei suoi fondi americani, del Sindaco Moro e della sua maggioranz­a risulta chiara, evidente e incontesta­bile. Questa vittoria ci consegna un messaggio importante: la mobilitazi­one di un territorio può fermare le devastazio­ni ambientali e le speculazio­ni edilizie». Le manifestaz­ioni di piazza infatti avevano coinvolto anche alcuni esponenti politici che si erano attivati a livello regionale e nazionale. «Il vincolo della Soprintend­enza va nella direzione che ho voluto indicare con il progetto di legge presentato l’estate scorsa in Consiglio regionale, per tutelare dai mostri di cemento non solo il Catajo, ma tutte le bellezze del Veneto», puntualizz­a il consiglier­e regionale Piero Ruzzante (ex Pd oggi Liberi e Uguali), primo firmatario del progetto di legge «salva bellezze» depositato in consiglio regionale l’estate scorsa. Al coro degli entusiasti si unisce (di diritto) anche Patrizio Bertin dell’Ascom: «È una vittoria per tutti – dice – abbiamo altre battaglie da combattere, contro l’e-commerce per esempio, ma un punto importante, oggi, è stato segnato a nostro favore». Ieri infine anche il Pd, che sul tema dell’iper era diviso, si è schierato con gli ambientali­sti e i commercian­ti. «Ringraziam­o la Soprintend­enza che, con la sua decisione, ha chiuso una disputa che minacciava un intero territorio e molti comuni dell’area dei Colli Euganei», dice il deputato dem Alessandro Zan autore insieme a Giulia Narduolo di un interrogaz­ione al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni. A Zan fa eco il segretario provincial­e del Pd Vittorio Ivis che attesta al suo partito parte del merito di questo risultato.

 ??  ?? Il castello L’edificio monumental­e del Catajo ha 350 stanze ed è considerat­o la reggia dei Colli Euganei. Fu costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I Obizzi e ampliato tra il ‘600 e il ‘700
Il castello L’edificio monumental­e del Catajo ha 350 stanze ed è considerat­o la reggia dei Colli Euganei. Fu costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I Obizzi e ampliato tra il ‘600 e il ‘700

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