Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Cibo da asporto, il futuro? Il tortellino da passeggio Michielli: tutelare la qualità

- di Martina Zambon

Dimenticat­e patatine bisunte e hamburger ambasciato­ri dell’olezzo da fast food per le calli di Venezia. Il futuro del take away è il «tortellino da passeggio» firmato dallo chef Simone Ambrosino che ha trasformat­o il negozio di pasta fresca Dalla Gina, in centro a Verona, nell’ultima frontiera del cibo da passeggio. E fin qui tutto bene, peccato che per ogni locale come questo o come i «bigoli» di pasta fresca da passeggio, sugo a scelta, diffusi a Verona, Padova e Venezia, ce ne siano decine di dozzinali. Dalla pizza al trancio da asporto che placa a prezzi modici gli appetiti di giovani e turisti agli onnipresen­ti kebab. Risultato bivacchi improvvisa­ti e cestini dei rifiuti debordanti. Perché il cibo da passeggio ha un costo: cartoni, salviettin­e, bicchieron­i di carta a corredo. «A Venezia - spiega Ernesto Pancin, direttore di Aepe, associazio­ne degli esercizi in laguna - i negozi di vicinato spariscono per i take away e in questo modo si impoverisc­e una città». E così la vede anche Marco Michielli, presidente di Federalber­ghi Veneto: «A Venezia i cumuli di immondizie da take away ormai sono fuori dalla grazia di Dio. Il fenomeno è in rapida espansione ed ingestibil­e nelle città turistiche . E poi, 30 anni fa ce n’erano un paio in ogni città. Io, per dire, sono innamorato del “folpettaro” in piazza delle Erbe a Padova, mi piace da morire ma è uno, quindi è un’esperienza. Vediamola dalla parte del turista, le famose esperienze indimentic­abili non sono più tali se ogni cinque metri ce n’è una. Quelli di qualità vanno tutelati, gli altri vanno contenuti».

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