Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Un progetto con troppe fragilità che confonde pubblico e privato»
«Noi continuiamo a credere nel progetto. Nel rispetto del procedimento amministrativo, auspico che il Campus possa essere completato al più presto». Nell’aspro confronto in atto tra i tecnici della commissione regionale Via e Riccardo Donadon, il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi non ha esitato a schierarsi col patron di HFarm. Ma nell’ateneo veneziano, partner dell’incubatore trevigiano nell’organizzazione del corso in Digital Management, non tutti la pensano come lui. La voce più critica, da diversi mesi, è quella di Filippomaria Pontani, professore di filologia classica e componente del Senato accademico. «Ma non sono solo, molti in camera caritatis temono sia stata fatta una fuga in avanti». Perché la collaborazione non la convince?
«Perché non siamo di fronte ad un esempio di mecenatismo o ad un investimento privato all’interno dell’istituzione pubblica universitaria. In H-Campus è Ca’ Foscari a mettere il suo brand, i suoi docenti e i suoi studenti al servizio di un privato che, legittimamente dal suo punto di vista, mira all’utile. Perché, si chiedono illustri colleghi dello stesso dipartimento di Management, il corso non è stato organizzato all’interno dell’ateneo, che pure dispone di tutte le risorse economiche, umane e logistiche richieste? E anche volendo convergere su un modello privatistico, come è stata scelta H-Farm? Perché non si è fatta una gara? Dalle credenziali appaiono come neofiti nel campo dell’Education. E preoccupano le loro fragilità, economiche e d’immagine». A che si riferisce? «I bilanci di H-Farm sono pubblici, negli ultimi anni il rosso è stato costante, ora 4, ora 6 milioni». Ciò non di meno, si fa carico del costo dei docenti e
della logistica del corso di laurea.
«L’accordo dura 15 anni. Le tasse per il corso ammontano a 7.500 euro annui, di cui 2 mila vanno a Ca’ Foscari e 5.500 a H-Farm. L’incasso complessivo per H-Farm sarà alla fine di 14 milioni. Per la docenza ne spenderà poco più di 4. Il resto se ne va tutto in logistica? E poi ci sono state altre difficoltà». Quali?
«L’accreditamento del Miur è arrivato solo a luglio. Le fidejussioni bancarie sono state annunciate al Senato accademico il 6 dicembre, ad anno già ben avviato. Questo ha comportato dei ritardi nel reclutamento dei docenti, che difatti sono pochi e dovranno essere integrati il prossimo anno. Un po’ di imbarazzo c’è stato». E le fragilità «d’immagine» quali sarebbero?
«È noto che l’ex rettore di Ca’ Foscari, Carlo Carraro, ora guida H-Farm Education. E Donadon è stato designato dal Miur come membro del consiglio di amministrazione di Fondazione Ca’ Foscari, il braccio finanziario dell’università. Chi ci legge saprà valutare se vi siano margini di confusione tra pubblico e privato». Ciò che sta accendendo il confronto di questi giorni, però, è argomento di tipo urbanistico.
«L’assetto idrogeologico dell’area è noto da sempre, i problemi furono riscontrati già in occasione della Vas. Ma lascio ai tecnici ogni valutazione nel merito. Chiedo solo: non è Ca’ Foscari a fare della sostenibilità ambientale il suo mantra? Qui si cambia la destinazione urbanistica di una gigantesca area agricola, quasi triplicando le cubature disponibili...».