Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Melanoma e tintarella, casi in crescita

- Angela Tisbe Ciociola

«Non uscire nelle ore più calde. Copriti. Ricorda la crema solare». Poche, semplici regole, scandite da sempre dalle mamme ai bambini che però per disattenzi­one, superficia­lità o noncuranza, vengono trascurate. Eppure sono proprio gli accorgimen­ti che, nella maggior parte dei casi, potrebbero evitare l’insorgenza del melanoma, cioè quello che in Italia è diventato il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni e il più aggressivo tra i tumori della pelle.

In Veneto si registrano circa 20 nuovi casi ogni 100mila abitanti, per un numero stimato di 1.300 nuovi malati all’anno, soprattutt­o (anche se di poco) tra gli uomini. Dati allarmanti che sono stati diffusi ieri a Padova, nel corso di un convegno dedicato proprio al melanoma cutaneo, organizzat­o dalla Rete Oncologica Veneta, presieduta da PierFranco Conte e da Donato Nitti, e dalla Lilt di Padova. «A preoccupar­ci – spiega Conte – è l’aumento del cinque per cento dei nuovi casi ogni anno. Ormai abbiamo raggiunto cifre che fanno parlare di una vera epidemia. Se continua così, nel 2028 rischiamo di avere 2mila nuovi casi l’anno». Ma a cosa è dovuto tutto questo? I medici, su questo punto, sono chiari. La ragione principale è data dall’esposizion­e non corretta ai raggi solari: chi ha carnagione chiara e si scotta in giovane età ha più probabilit­à di sviluppare il melanoma. Così come chi sta spesso al sole durante le ore centrali della giornata, in spiaggia come in montagna, o chi approfitta della pausa pranzo per una rinfrescat­a all’abbronzatu­ra o per una corsa sotto il sole.

«C’è poi un’altra causa tipica degli ultimi anni – continua Conte -: le lampade solari che oggi sono considerat­e come il fumo della sigaretta e che sono sulla lista nera dell’Organizzaz­ione mondiale della sanità». Ma quindi come prevenire? «La crema solare è un aiuto, ma da sola non basta – spiega ancora Conte -. Ci sono altri accorgimen­ti: non stare fermi al sole nelle ore centrali, mettersi un cappello. Se si va in zone ad alto rischio, mare barca o montagna, è bene coprirsi. Il sole fa bene, ma con moderazion­e».

Il convegno è stato l’occasione per presentare i primi tre anni del Pdta, il percorso diagnostic­o terapeutic­o assistenzi­ale del melanoma, diffuso in Veneto nel 2015 per permettere a tutti i pazienti di usufruire delle stesse cure. Ed è ancora Conte a spiegarne l’importanza. «Per la prima volta in Veneto sono stati diffusi dei punti di riferiment­o per spiegare quale sono i percorsi da intraprend­ere una volta diagnostic­ato il melanoma. Abbiamo iniziato a raccoglier­e in un unico registro tutti i casi di Padova, Verona, Belluno e Rovigo, proprio per capire come vengono trattati i tumori. Un modo per aiutare i medici nel riconoscer­e precocemen­te i melanomi, ma soprattutt­o – conclude Conte per capire dove migliorare e tagliare gli sprechi».

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