Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La grande cavalcata dei Bisoli-boys: «Ci davano per morti...»
Epensare che l’inizio era stato il peggiore possibile: 0-3 alla prima giornata a Meda contro il Renate in una caldissima domenica di agosto, pochi giorni dopo il caos calendario, nell’incertezza generale se si sarebbe o meno giocato per lo sciopero proclamato dall’Aic (l’Associazione italiana calciatori). Una scoppola tremenda che, unita al turno di riposo e al derby della quarta giornata contro il Vicenza all’Euganeo, aveva indotto più di qualcuno a suonare note funeree per il Padova nonostante il campionato fosse appena cominciato. Lo ha ricordato più volte anche negli ultimi giorni Pierpaolo Bisoli: «Non dimentico che dopo appena tre giornate – ha tuonato – c’era già chi voleva farci il funerale. Ricordo benissimo che qualcuno disse che, se avessimo perso contro il Vicenza, il nostro campionato sarebbe già finito. Un’assurdità, perché i campionati non durano tre giornate, ma trentaquattro o trentotto, a seconda di quante partite si giocano».
Le 4 vittorie di fila
Inizio difficile, dunque. Ma la vittoria col Fano il pari col Vicenza rimettono il Padova in carreggiata, all’inseguimento proprio dell’odiata rivale e del Pordenone schiacciasassi delle prime giornate. Fuochi di paglia entrambi, a giudicare dall’evoluzione successiva del campionato, con la cavalcata trionfale iniziata dopo un periodo di rodaggio tutto sommato limitato. E con un ultimo giorno di mercato che porta con sé due graditi doni natalizi arrivati con ampio anticipo: Giampiero Pinzi e Luca Belingheri, entrambi decisivi per tutto il girone d’andata. Soprattutto il secondo segna quattro gol, tutti determinanti nel momento chiave della stagione. Quello in cui il Padova allunga e balza al comando della classifica.
Arrivano, infatti, quattro vittorie consecutive. A Sambenedetto del Tronto contro la Sambenedettese quella più pesante: 1-0 tirato per i capelli, con un’infinità di polemiche, poi il 2-0 al Ravenna e il faticosissimo 3-1 al SudTirol. Una partita, quest’ultima, che gira nel finale di frazione dopo un primo tempo in cui gli altoatesini mettono alla frusta il Padova. Segna Capello, poi nella ripresa nonostante la superiorità numerica, arriva il tris che chiude definitivamente i conti. La lezione di Teramo
Il Padova vola, ma torna sulla terra dopo una sconfitta bruciante subita a Teramo. Dove ne succedono di tutti i colori e dove i biancoscudati cedono 2-1 dopo essere passati in vantaggio. Quella partita sarà una lezione che, tuttavia, serve eccome. Da quel momento in poi il Padova mette la freccia. Il rinvio di ModenaPadova, prima della radiazione del club emiliano, è solo un piccolo rallentamento. Arrivano il successo col Bassano per 1-0 all’Euganeo griffato Capello e il 2-2 di Salò. Poi le quattro vittorie che cambiano la stagione. E che fanno decollare la capolista. Arrivano tutte con lo stesso punteggio, per 2-1. Prima il Mestre, poi il Pordenone, poi ancora la Triestina e infine l’Albinoleffe con una rimonta da urlo che porta la firma di Cisco. Quei dodici punti scavano un solco nei confronti della concorrenza e da lì in poi il Padova la testa della classifica non la perde più.
Frenata di fine anno
Il finale di 2017 è forse il momento più difficile della stagione. Pareggio con la Fermana all’Euganeo senza reti, identico risultato con la Reggiana, ko a Gubbio per 1-0 con un grave errore di Bindi a tempo abbondantemente scaduto. È una mini – crisi vera e propria, scacciata via dal 2-0 all’Euganeo contro il Renate, mentre l’anno si chiude con un faticosissimo pareggio strappato a Fano, sul campo dell’ultima in classifica contro l’ex Oscar Brevi.
I passaggi decisivi
La partita più delicata si gioca a Vicenza il 27 gennaio. I biancorossi sono falliti in tribunale, ma sul campo ritrovano spinta ed entusiasmo grazie all’esercizio provvisorio guidato dal curatore fallimentare Nero De Bortoli. Al «Menti» va in scena una partita tesa, ma decisa dal gol pesantissimo di Marco Guidone. Poi il pari interno con la Sambenedettese, il 3-1 a Santarcangelo e il 2-0 al Ravenna. Da lì in poi, una frenata controllata, perdendo tanti punti per strada (ancora col Teramo all’Euganeo), ma anche con scatti d’orgoglio straordinari. Come il 2-1 a Bassano e, soprattutto il 3-0 al Pordenone, miglior prestazione stagionale. Nelle ultime settimane troppe incertezze e il cosiddetto «braccino». Pari con Mestre, Feralpisalò, Albinoleffe e Fermana (sono 11 finora i pareggi...). Fino all’ultimo scatto, fra sbuffi e ansie da prestazione, ma che basta per liberare finalmente l’urlo di gioia: è Serie B.