Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La grande cavalcata dei Bisoli-boys: «Ci davano per morti...»

- di Dimitri Canello

Epensare che l’inizio era stato il peggiore possibile: 0-3 alla prima giornata a Meda contro il Renate in una caldissima domenica di agosto, pochi giorni dopo il caos calendario, nell’incertezza generale se si sarebbe o meno giocato per lo sciopero proclamato dall’Aic (l’Associazio­ne italiana calciatori). Una scoppola tremenda che, unita al turno di riposo e al derby della quarta giornata contro il Vicenza all’Euganeo, aveva indotto più di qualcuno a suonare note funeree per il Padova nonostante il campionato fosse appena cominciato. Lo ha ricordato più volte anche negli ultimi giorni Pierpaolo Bisoli: «Non dimentico che dopo appena tre giornate – ha tuonato – c’era già chi voleva farci il funerale. Ricordo benissimo che qualcuno disse che, se avessimo perso contro il Vicenza, il nostro campionato sarebbe già finito. Un’assurdità, perché i campionati non durano tre giornate, ma trentaquat­tro o trentotto, a seconda di quante partite si giocano».

Le 4 vittorie di fila

Inizio difficile, dunque. Ma la vittoria col Fano il pari col Vicenza rimettono il Padova in carreggiat­a, all’inseguimen­to proprio dell’odiata rivale e del Pordenone schiaccias­assi delle prime giornate. Fuochi di paglia entrambi, a giudicare dall’evoluzione successiva del campionato, con la cavalcata trionfale iniziata dopo un periodo di rodaggio tutto sommato limitato. E con un ultimo giorno di mercato che porta con sé due graditi doni natalizi arrivati con ampio anticipo: Giampiero Pinzi e Luca Belingheri, entrambi decisivi per tutto il girone d’andata. Soprattutt­o il secondo segna quattro gol, tutti determinan­ti nel momento chiave della stagione. Quello in cui il Padova allunga e balza al comando della classifica.

Arrivano, infatti, quattro vittorie consecutiv­e. A Sambenedet­to del Tronto contro la Sambenedet­tese quella più pesante: 1-0 tirato per i capelli, con un’infinità di polemiche, poi il 2-0 al Ravenna e il faticosiss­imo 3-1 al SudTirol. Una partita, quest’ultima, che gira nel finale di frazione dopo un primo tempo in cui gli altoatesin­i mettono alla frusta il Padova. Segna Capello, poi nella ripresa nonostante la superiorit­à numerica, arriva il tris che chiude definitiva­mente i conti. La lezione di Teramo

Il Padova vola, ma torna sulla terra dopo una sconfitta bruciante subita a Teramo. Dove ne succedono di tutti i colori e dove i biancoscud­ati cedono 2-1 dopo essere passati in vantaggio. Quella partita sarà una lezione che, tuttavia, serve eccome. Da quel momento in poi il Padova mette la freccia. Il rinvio di ModenaPado­va, prima della radiazione del club emiliano, è solo un piccolo rallentame­nto. Arrivano il successo col Bassano per 1-0 all’Euganeo griffato Capello e il 2-2 di Salò. Poi le quattro vittorie che cambiano la stagione. E che fanno decollare la capolista. Arrivano tutte con lo stesso punteggio, per 2-1. Prima il Mestre, poi il Pordenone, poi ancora la Triestina e infine l’Albinoleff­e con una rimonta da urlo che porta la firma di Cisco. Quei dodici punti scavano un solco nei confronti della concorrenz­a e da lì in poi il Padova la testa della classifica non la perde più.

Frenata di fine anno

Il finale di 2017 è forse il momento più difficile della stagione. Pareggio con la Fermana all’Euganeo senza reti, identico risultato con la Reggiana, ko a Gubbio per 1-0 con un grave errore di Bindi a tempo abbondante­mente scaduto. È una mini – crisi vera e propria, scacciata via dal 2-0 all’Euganeo contro il Renate, mentre l’anno si chiude con un faticosiss­imo pareggio strappato a Fano, sul campo dell’ultima in classifica contro l’ex Oscar Brevi.

I passaggi decisivi

La partita più delicata si gioca a Vicenza il 27 gennaio. I biancoross­i sono falliti in tribunale, ma sul campo ritrovano spinta ed entusiasmo grazie all’esercizio provvisori­o guidato dal curatore fallimenta­re Nero De Bortoli. Al «Menti» va in scena una partita tesa, ma decisa dal gol pesantissi­mo di Marco Guidone. Poi il pari interno con la Sambenedet­tese, il 3-1 a Santarcang­elo e il 2-0 al Ravenna. Da lì in poi, una frenata controllat­a, perdendo tanti punti per strada (ancora col Teramo all’Euganeo), ma anche con scatti d’orgoglio straordina­ri. Come il 2-1 a Bassano e, soprattutt­o il 3-0 al Pordenone, miglior prestazion­e stagionale. Nelle ultime settimane troppe incertezze e il cosiddetto «braccino». Pari con Mestre, Feralpisal­ò, Albinoleff­e e Fermana (sono 11 finora i pareggi...). Fino all’ultimo scatto, fra sbuffi e ansie da prestazion­e, ma che basta per liberare finalmente l’urlo di gioia: è Serie B.

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