Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Camera di commercio, Zilio a rischio L’Ascom frena sulla sua candidatura
Le regole interne dei commercianti vietano di fare più di due giri nell’ente camerale
Acque agitate in piazza PADOVA Insurrezione. Sta infatti diventando più tortuosa del previsto la strada che, tra un paio di mesi, dovrebbe portare (o che avrebbe dovuto portare?) alla conferma del 65enne Fernando Zilio alla presidenza della Camera di Commercio.
Una convalida, quella dell’ex leader del Centro Grossisti dal 2000 al 2006 e dell’Ascom dal 2005 al 2014, che fino a poco tempo fa pareva scontata. Tanto che le continue smentite del diretto interessato («Ho sempre detto che avrei fatto un solo mandato da presidente della Camera di Commercio per poi ritirarmi a vita privata»), intervallate da timide aperture a un eventuale nuovo incarico («Se mi chiederanno di proseguire, non potrò tirarmi indietro»), venivano lette da tutti come classiche frasi di circostanza. Insomma, la rielezione di Zilio sullo scranno dell’istituto di piazza Insurrezione, dove siede dal 28 giugno 2013 (quando al terzo scrutinio distanziò il numero uno dell’Upa Roberto Boschetto per 18 voti a 13, prendendo il posto di Roberto Furlan), sembrava già cosa fatta.
Ma invece, malgrado il recente via libera incassato dal ministero dello Sviluppo Economico per un secondo quinquennio a capo dell’istituto camerale, l’ex presidente dell’Ascom potrebbe essere stoppato proprio dall’associazione da lui guidata per nove anni.
A bloccare la sua ricandidatura potrebbe essere il regolamento interno fatto approvare proprio da Zilio stesso. E che ora la giunta di piazza Bardella, condotta dal suo (ex?) fedelissimo Patrizio Bertin avrebbe intenzione di far rispettare fino in fondo, senza guardare in faccia nessuno, nemmeno Zilio. Il regolamento, in estrema sintesi, impone il limite dei due mandati per i membri dell’Ascom che vengono indicati nel consiglio della Camera di Commercio. E quindi, in base a questa norma dal sapore molto grillino, sia Zilio che lo stesso Bertin, già componenti del parlamentino di piazza Insurrezione dal 2008 al 2013 e dal 2013 a tutt’oggi, non sarebbero designabili per un terzo giro. Va da sé che, se l’ex presidente non venisse incaricato dalla sua associazione (i nominativi vanno recapitati in Regione entro venerdì 4 maggio), sarebbe evidentemente impossibile rieleggerlo al comando dell’istituto camerale. Dato che, per essere eleggibili, bisogna far parte del consiglio.
L’ultima parola, nell’arco dei prossimi dieci giorni, spetterà dunque alla giunta dell’Ascom che, mediando tra le diverse posizioni in campo, dovrà decidere se concedere o meno una deroga per permettere a Zilio di candidarsi. E magari pure a Bertin.
Fare previsioni, in questi attimi di grande fermento, è difficile. Se non impossibile. Ma la domanda che molti si fanno, dentro e fuori l’associazione, è sempre la stessa: «Per quale motivo si dovrebbe fare un’eccezione per l’ex presidente, non applicando una regola che è stato proprio lui a voler introdurre?». La vicenda, chiaramente spinosa da qualunque lato la si osservi, viene seguita con molta attenzione sia dalle altre categorie economiche (Confindustria in primis) che da Palazzo Moroni. E non soltanto perché il sindaco Sergio Giordani, leader della catena di negozi Non Solo Sport, è un socio dell’Ascom. Ma anche perché, ormai da dieci mesi, Zilio e il primo cittadino hanno più volte dimostrato di essere in assoluta sintonia. Basti citare la strategia intrapresa dai due per far sì che Comune e Camera di Commercio si riapproprino interamente della Fiera, lasciando furi dai giochi sia i francesi di Gl Events che la Geo di Andrea Olivi.