Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il cantiere ora potrebbe tornare alla Pergine
Sullo scontro in atto per i lavori sul Ponte degli Alpini, l’impresa Vardanega difende il proprio operato («La direzione lavori ha mancato al suo obbligo di cooperazione»), parla di «evidenti carenze progettuali», presenta il conto e chiede al Comune di chiudere il contratto in autotutela per evitare azioni giudiziarie. Lo scontro è totale. Il sindaco Riccardo Poletto parla di un «maldestro tentativo dell’impresa di ribaltare la situazione a proprio favore negando le proprie responsabilità». Nel caso in cui si procedesse con la risoluzione del contratto - l’amministrazione si è già rivolta ai legali per valutare i passi da compiere - si dovrà fare l’inventario dei lavori svolti finora dalla ditta e quelli rimasti in sospeso rispetto al cronoprogramma. L’impresa potrebbe contestarne i valori e sarebbe necessario nominare un perito. Ci sarebbe poi da individuare una nuova azienda che subentri nel cantiere. Al momento pare non sia necessario procedere con una nuova gara, ma sia sufficiente riaffidare i lavori alla seconda classificata, ovvero la Inco di Pergine Valsugana, la stessa che aveva avuto in affido il cantiere due anni fa.
Si dice preoccupato il consigliere regionale della Lega Nicola Finco: «L’amministrazione e la ditta stanno facendo fare una figuraccia alla città di Bassano. La triste telenovela, a cui i cittadini assistono da più di due anni, è imbarazzante e ha prodotto come unico risultato il blocco totale dei lavori di restauro. La gran parte dell’intervento dovrebbe essere già stata completata e invece non è cambiato nulla, il Ponte rimane a rischio».