Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Infortuni, strage di ragazzi «Sinergia tra categorie»
GLI INFORTUNI IN AZIENDA L’allarme Cgil e la replica di Confindustria: «Impegno garantito»
In quattro anni, dal 2013 al 2017, in Veneto si sono piantate 506 croci. Schiacciati da un trattore, caduti da un’impalcatura, investiti da un camion in retromarcia o, è il caso di un diciottenne padovano solo pochi mesi fa, travolti da un robot in fabbrica. Tutti morti lavorando. E quest’anno? Da gennaio 23 nuove croci. Il rosario di lacrime si sgrana asettico sui dati pubblicati dalla Cgil Veneto. Un dossier che aggiunge orrore all’orrore: crescono gli infortuni fra i giovani con meno di 19 anni al ritmo del 12,68%. Numeri secchi che si possono anche leggere così: il 20% degli infortuni in regione fra il 2013 e il 2017 ha coinvolto ragazzi sotto i 24 anni. E forse è meglio raccontarlo non con le percentuali bensì con i numeri veri: 73.627 incidenti. Una cifra da capogiro soprattutto se confrontata con il numero dei giovani occupati a quell’età, solo l’8% del totale. I comparti più a rischio restano l’edilizia, la logistica e l’agricoltura. Anche se nel metalmeccanico gli infortuni non sono certo azzerati. «L’esempio positivo con dati nettamente in calo - dice Christian Ferrari segretario generale Cgil in Veneto - è l’artigianato in cui gli accordi ad hoc funzionano bene. Per il resto è una strage di ragazzini ed è una strage che ha un colpevole, il lavoro precario, saltuario, frammentato, in subappalto e a volte in nero». Oggi, il Primo Maggio è dedicato a loro, a quelle croci. Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al presidente della Regione Luca Zaia e a quello di Confindustria Veneto Matteo Zoppas chiedendo un incontro. Perché la ripresa c’è ma è accompagnata da una risalita anche delle statistiche sulle morti bianche.
A Zaia e Zoppas i sindacati chiedono nuove tattiche per contenere il fenomeno, a cominciare da una più stretta collaborazione fra Spisal, rappresentanti per la sicurezza e Inail che, spiega Ferrari: «Spesso ha risorse che non vengono utilizzate». E, naturalmente, la leva da azionare resta la formazione. «Motivo per cui - conclude Ferrari chiediamo si spinga sul contratto di apprendistato che comprende anche un percorso di tutoraggio e, quindi, di formazione».
Linea dura per Zaia che dice: «La festa del lavoro non può che essere la festa del lavoro in sicurezza. È un fronte, quello sulla sicurezza e l’incolumità sui posti di lavoro, che non ammette allentamenti né deroghe e che richiede una costante e attenta vigilanza, accolgo con favore la richiesta di sollecitare le strutture regionali ad accentuare la capillarità e la scrupolosità dei controlli». Ostenta ottimismo Zoppas che ricorda: «Le tecnologie di prodotti e processi diventano sempre più sicure con un netto calo degli infortuni mortali e gravi, soprattutto nell’industria, e questo grazie agli investimenti e all’impegno costante delle aziende in tema di formazione, prevenzione e controllo».
Secondo la Cgil sono 375.135 gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail in Veneto dal 2013 al 2017, vale a dire che un lavoratore su 5 ne è stato vittima, 560 gli infortuni mortali. Maglia nera alla provincia di Verona (79.831 incidenti) seguita da Vicenza e Padova in cui, però, si muore di più: 75.000 infortuni e più di 110 morti l’anno. Un bollettino di guerra in cui il Veneto è la seconda regione italiana per infortuni. Primo Maggio dedicato alla sicurezza ma anche alla solidarietà con chi lavora. In quasi tutti i capoluoghi veneti saranno distribuite 1000 rose, al grido «Il pane e le rose» ai lavoratori dei centri commerciali da parte delle associazioni Binario1, Fornaci Rosse, Rete degli Studenti Medi e Udu. Immancabili, infine, i cortei in ogni città.