Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Con il Friuli alla Lega il Veneto sarà più forte»

Autonomia, aeroporto, A4: le partite aperte

- Di Martina Zambon

«Nasce un nuovo asse Veneto-Friuli Venezia Giulia». Zaia commenta così l’elezione, ieri, con un solido 57% di Massimilia­no Fedriga alla guida del ”

Fvg. E pensa già ai progetti comuni, a partire dalla gara per la gestione dell’aeroporto di Ronchi: «Lì io tifo per Save».

«Grazie alla mia gente. Grazie alla mia terra. Ora al lavoro ascoltando e costruendo». Massimilia­no Fedriga, neo governator­e leghista del Friuli Venezia Giulia, commentava così la vittoria a man bassa che l’ha portato, ieri, a superare il 57%. Parole che pescano dal lessico collaudato del «vicino di casa» Luca Zaia: «la gente», «la terra» e quel «lavorare pancia a terra» che sono alcuni dei marchi di fabbrica di Zaia. E il governator­e del Veneto gioca a fare il fratello maggiore, schivo sì, ma senza nascondere l’orgoglio per una campagna elettorale triestina che l’ha visto comprimari­o e sponsor entusiasta.

Il quadro politico, a Nordest, continua a cambiare dal 4 marzo in poi: sempre più verde Carroccio, sempre meno giallo pentastell­ato. E la pennellata finale l’ha data ieri proprio Fedriga che ha azzerato il Pd del governator­e uscente, Deborah Serracchia­ni. E il Movimento? Spopola alle politiche ma nelle Regioni non sfonda. Non in Molise e non in Friuli dove la Lega vola al 35% e il M5S crolla all’11,7. Sentiamo Zaia all’ora di pranzo, quando ormai le chiavi del palazzo della Regione, in Piazza Unità d’Italia a Trieste, sono già nelle tasche di Fedriga.

Governator­e, vi siete già sentiti?

«Mi pare il minimo! Max è un amico e sono felicissim­o del bel risultato personale e del risultato strepitoso della Lega al 35%, numeri impensabil­i fino a un po’ di tempo fa. E poi questa campagna elettorale l’ho vissuta un po’ come fosse la mia. Diciamolo, da oggi (ieri ndr) il Veneto è ancor più forte perché potrà contare sull’asse con il Friuli Venezia Giulia».

La sua analisi del voto friulan-giuliano?

«E’ facile, i cittadini osservano e giudicano. Mi pare evidente che il disastro dell’amministra­zione Serracchia­ni non sia passato inosservat­o. I grillini, poi, che non si sono evidenteme­nte radicati restano al palo come terza forza politica».

Forse i corteggiam­enti romani a destra e a manca di Di Maio non sono piaciuti all’elettorato del Movimento...

«Diciamo che il Molise prima e ora il Friuli Venezia Giulia sono la cartina di tornasole: il M5S crolla in modo eclatante anche perché a Roma stanno lavorando a soluzioni in contraddiz­ione con le reali esigenze dei cittadini e questo è il risultato. E’ un po’ lo stesso schema del referendum del 4 dicembre 2016, se si lavora contro il sentimento popolare la bocciatura è assicurata»

Cosa cambia a Nordest con l’arrivo di Fedriga?

«Nasce un nuovo Rinascimen­to per il Friuli, un nuovo corso con meno diktat politici e più concretezz­a». Cioè?

«Sto pensando alla partita dell’autonomia. Con Fedriga nasce questo asse veneto-friulian giuliano, una squadra di difesa dei principi dell’autonomia con la richiesta di autonomia per chi non ce l’ha ancora come il Veneto e più autonomia di chi ce l’ha già come il Friuli».

Andando al sodo, quali sono le partite su cui l’asse nordestino farà la differenza?

«Partiamo dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari. Premesso che la Regione non fa parte della composizio­ne azionaria di Save, noi tifiamo, attendendo l’esito della gara in corso, perché Venezia e Trieste procedano insieme».

E rimanendo in tema di infrastrut­ture, la terza corsia dell’A4 , fra gestione del traffico e la sequela ininterrot­ta di incidenti è al centro delle cronache. Cosa cambierà lì?

«Fedriga sarà in grado di rivitalizz­are l’intero progetto della terza corsia. E senza veti e contrappos­izioni politiche, considerat­o che di Autovie Venete la nostra Regione è socio, sono certo faremo un bel lavoro».

Ci sarà margine di manovra per collaborar­e anche sul fronte delle pmi e del tessuto economico secondo lei?

«Assolutame­nte. Valorizzer­emo l’un l’altro le risorse di un territorio che, seppur con le proprie specificit­à, è un unicum sociale e culturale. Entrambi abbiamo un modello di sviluppo non fordista ma basato su piccole e medie imprese, internazio­nalizzazio­ne e start up».

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Sintonia Luca Zaia e, sullo sfondo, il neo -governator­e, Massimilia­no Fedriga

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