Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Penalisti, sciopero storico

- Ivone Cacciavill­ani

Ma appunto con rilievi tecnici, che solo uno specialist­a di materia è in grado di rilevare. Tutto questo, a settant’anni dal varo della Costituzio­ne. Quando si trattò di disciplina­re la funzione Giustizia, sorse dibattito sul come definire la magistratu­ra. Alla fine prevalse la tesi consacrata nell’articolo 104, che la qualifica «un ordine autonomo e indipenden­te». Un ordine. difficile, scoprendol­o, che non salti in mente che esiste un altro ordine, della difesa, ch’è a sua volta essenziale perché l’ordine della magistratu­ra possa operare. Due ordini, due mondi. Subiamo - e noi avvocati dobbiamo operarvi- delle leggi che a dei tecnici paiono a dir poco allucinate: il recente Codice della Giustizia contabile arriva a prevedere che le spese di difesa dell’inquisito che venga prosciolto siano pagate dall’ente di sua appartenen­za, che non era nemmeno parte nel relativo processo e tutto tace. A differenza dell’altro ordine, dei magistrati, che, per un neo che rilevino, son pronti a prese di posizione molto decise ed a proteste anche clamorose. Anche questo è esercizio del dovere di solidariet­à politica, economica e sociale che l’articolo 2 della Costituzio­ne pone come dovere inderogabi­le di ogni cittadino. Altro che un’astensione sollecitat­oria. L’Avvocatura italiana deve promuovere e coltivare una vera insurrezio­ne culturale. Lo impone il dovere di toga, che deve continuare ad essere onor di toga.

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