Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maestra fa lo sciopero della fame: «Lotto per la cattedra»

- Giulia Busetto

«Se mi spaventa la fame? Quando non avrò più un lavoro sarà difficile pensare anche solo a mangiare». Non si alimenta perché vuole che i suoi 12 anni d’insegnamen­to le siano quantifica­ti «in modo onorevole, così come io per dodici anni ho servito in modo onorevole la scuola italiana». Elenia Boscolo, 46 anni di Chioggia, è in sciopero della fame. Ha smesso di mangiare dopo il pranzo di domenica, con altri 200 maestri magistrali del Veneto. Uno di loro, Stefano Siviero, mentre protestava davanti al Miur ieri sera si è sentito male. Tra ieri e oggi decine di scuole si stanno fermando per unirsi alla protesta. Anche gli istituti superiori. A Mestre il liceo Stefanini non ha aperto e il comprensiv­o di San Girolamo non è riuscito a garantire il tempo pieno. A mezzo servizio il secondo comprensiv­o di Spinea. A casa o davanti al ministero c’è chi come Elenia e altri tremila docenti magistrali della nostra regione si vedranno sottrarre la cattedra a fine anno, perchè Consiglio e Avvocatura di Stato hanno deciso che il loro diploma non è più abilitante all’insegnamen­to, anche per chi come lei è già stata immessa in ruolo. Sono 6.700 maestri. Pensava di tenere la cattedra per sempre? «No, ma speravo che l’adunanza plenaria di dicembre potesse emettere una sentenza diversa. In linea con le sentenze precedenti. Insegno da 12 anni, ho sostenuto tutti gli esami di Giurisprud­enza, corsi di perfeziona­mento, una scuola per diventare psicomotri­cista».

Ma non è laureata. Tante sue colleghe che aspirano alla cattedra la laurea ce l’hanno.

«Io sono stata valutata per un anno da dirigente e commission­e. Dopo che mi hanno detto sì chi può sostenere che non sono una docente? Io non mi permettere­i mai di dire che un collega non è in grado di insegnare».

Non viene prima la formazione accademica per chi poi deve impartirla ai bambini?

«La formazione noi l’abbiamo fatta sul campo, con i corsi, mettendoci ogni anno alla prova, senza sapere che materia e a chi dovevamo insegnare. Io metto sulla bilancia quello che ho: più di un decennio in classe».

Tante laureate in Scienze della formazione non la pensano così.

«Ce l’hanno con noi perché loro nella graduatori­a ad esauriment­o non ci sono. Molte si trovano nelle graduatori­e di istituto, quelle dove eravamo noi e che non danno accesso al ruolo. Noi proponiamo una battaglia unitaria, non si può andare avanti con il paraocchi. E comunque chi di loro è nella graduatori­a a scorriment­o, non verrebbe scavalcata da nessuna collega che lavora da meno di 8 anni»».

Vi accusano di sostenere solo i vostri interessi di diplomate con lo sciopero della fame.

«Senza sciopero la stampa nazionale non avrebbe parlato di noi, era necessario».

Sicura che riaprendo le graduatori­e ad esauriment­o i posti ci siano per tutti?

«In Veneto stiamo lavorando tutte, non c’è nessuna a casa. C’è stata difficoltà a reperire supplenti».

Parla di supplenze o anche di posti fissi? «Le cattedre non basteranno mai, ma liberandos­i di anno in anno si va ad attingere alle graduatori­e».

Cosa le dicono marito e figli della protesta? «I bimbi preparano gli striscioni, mio marito teme per la mia salute, ma capisce che ci sono battaglie più grandi da combattere nel momento in cui si lotta per la dignità».

Quanto ha intenzione di andare avanti? «Domani ci sarà il confronto tra comitati regionali e ne parleremo insieme».

Chi può venirne a capo?

«Solo la politica. Con un disegno di legge o un decreto urgente. L’Avvocatura ha detto che è una questione politica».

Domani a Roma cosa farà?

«Parto alle 5, sperando di poter incontrare il ministro Valeria Fedeli con i colleghi».

” Elenia Boscolo La formazione l’ho fatta sul campo ogmi anno, senza sapere che materia e a chi dovevo insegnare

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