Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Litiga con i familiari Maghrebino minaccia di farsi esplodere col gas
Panico a Camposampiero, l’uomo aveva un bombola
L’attenzione dei vicini è stata attirata dai lampeggianti. Poi, una volta affacciatisi alle finestre, hanno sentito le grida e si sono resi conto di un uomo che urlava. Tra le sue mani, una bombola del gas e un fornelletto. Attorno a lui, i familiari atterriti, carabinieri e uomini dei vigili del fuoco. Momenti di apprensione, ieri nel tardo pomeriggio, a Camposampiero, dove un marocchino di 40 anni, Khalid Lemkhannet, ha minacciato di farsi esplodere in via Tiepolo, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla centrale piazza Castello.
All’origine dello scoppio d’ira, una lite con il padre per motivi economici. Non era la prima volta che tra i due, residenti nello stesso condominio tra i tigli dell’Alta, scoppiavano liti furibonde. «Li abbiamo sentiti più volte gridare tra loro, anche di prima mattina – hanno raccontato i residenti della zona -. Ma fino a questo livello non erano mai arrivati». Ieri pomeriggio, invece, intorno alle 19, l’ennesima lite è degenerata. Prima il ragazzo ha distrutto il lunotto posteriore dell’auto del padre, poi, visibilmente ubriaco, è rientrato in casa, dove si è tagliato con un lama a mezzaluna. Poi si è barricato in casa con una bombola del gas e un fornelletto e, gridando alla finestra, ha minacciato di farsi esplodere. Subito sul posto sono arrivati i vigili urbani e i carabinieri della compagnia di Cittadella, seguiti dai vigili del fuoco. Gli agenti hanno iniziato a parlare con lui, cercando di riportarlo, lentamente, alla calma e alla ragione con l’aiuto di uno dei fratelli. Quando sembrava meno agitato, lo hanno bloccato, «disarmato» e portato in ospedale. «Non era mai arrivato a questo punto – ha detto il fratello ai carabinieri –. Non pensavamo che sarebbe potuta succedere una cosa del genere». A un’ora dallo scoppio del caos, e in via Tiepolo era già tornata la calma. Man mano che la luce del giorno si affievoliva, i vicini di casa rientravano alla spicciolata in cucina, dove li aspettava quella cena che era stata brutalmente interrotta. «Eravamo seduti a tavola – ha ricordato una donna che abita a fianco del condominio al centro della bagarre -, e con le finestre chiuse non ci siamo resi conto di quello che stava succedendo. Quando abbiamo visto le luci delle sirene ci siamo affacciati e abbiamo sentito le grida. Non riuscivamo neanche a capire se fossero in italiano o in un’altra lingua. Abbiamo solo capito che voleva farsi esplodere».