Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Profughi, 41 al lavoro tra cimiteri e verde Giordani: «Bene, si doveva partire prima»
Impieghi di pubblica utilità, prende forma l’intesa col prefetto. E il sindaco bacchetta Bitonci
Quattro donne e 37 uomini, tutti provenienti dall’Africa subsahariana. Hanno preso servizio ieri mattina i 41 profughi che, su base volontaria, hanno deciso di aderire al protocollo d’intesa firmato il 28 marzo scorso da Prefettura, Comune di Padova e 16 cooperative sociali del territorio, mettendosi a disposizione per svolgere (gratuitamente) alcuni lavori di pubblica utilità per i prossimi tre mesi e per non più di 12 ore alla settimana.
Il gruppo più numeroso, composto da 20 unità, ha imbracciato scope, pale e tagliaerba per fare pulizia e ordine nei 16 cimiteri cittadini, con un’attenzione particolare per il Maggiore di via Chiesanuova. Gli altri 21, invece, fino ai primi di agosto, saranno impiegati nel settore Manutenzioni di Palazzo Moroni (nove si occuperanno del verde e quattro delle strade), in quello Edilizia (3), negli impianti sportivi (3) e al centro culturale San Gaetano di via Altinate (2).
«Quello che abbiamo messo in atto – fa sapere il sindaco Sergio Giordani da Israele, dove si trova da una decina di giorni per motivi di salute – è senz’altro un modo efficace per favorire l’integrazione e consolidare il senso di comunità, facendo fare a queste persone qualcosa di concreto per tutti. Se anche negli anni scorsi si fossero attivate queste opportunità – aggiunge poi il primo cittadino, riferendosi chiaramente al suo predecessore Massimo Bitonci – sarebbe probabilmente stato meglio sia per i profughi che per i padovani. Noi, comunque, siamo convinti di aver imboccato la strada giusta. E, quindi, continueremo a percorrerla con forza».
Parole, quelle di Giordani, a cui fa eco così l’assessore comunale ai Servizi Demografici e Cimiteriali Francesca Benciolini: «Venti ragazzi richiedenti asilo hanno scelto di affiancare i nostri operatori per mantenere puliti e in ordine i cimiteri della città».
Quello di Padova, per la cronaca, è il 25° Municipio della provincia che ha siglato, con prefettura e cooperative, il protocollo in questione: tra gli altri, solo per citare i più grandi, ci sono Monselice, Rubano, Este, Noventa, Vigodarzere e Legnaro. I profughi ospitati nel Padovano, invece, sono circa 2.500. E, di questi, circa 250 sono ancora sistemati nell’ex base aeronautica di Bagnoli di Sopra, aperta per l’occasione a fine 2015.