Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Arpav, dopo il processo le cause Pepe e Olivi risarcisco­no Drago per le testimonia­nze non veritiere

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Dura da dieci anni la vicenda giudiziari­a iniziata con le indagini su presunti illeciti legati alla sede dell’Arpav di Padova e sviluppata in due diversi procedimen­ti portando alla luce abusi e corruzioni. E mentre la magistratu­ra era al lavoro (giungendo recentemen­te a parecchie condanne) anche i protagonis­ti avevano innescato una loro battaglia giudiziari­a.

L’ex direttore Andrea Drago, destituito quando l’inchiesta è entrata nel clou e poi scagionato, ha citato in giudizio il direttore che ha preso il suo posto, Carlo Emanuele Pepe, e l’allora direttore amministra­tivo Giuseppe Olivi (ora all’Università). I due, si viene a sapere ora, hanno transato una cospicua cifra di indennizzo a favore di Drago. Motivo? Quanto avevano dichiarato agli investigat­ori della Corte dei Conti in merito alla passata «gestione Drago» non era aderente al vero.

La causa è stata coperta da una clausola di segretezza, quindi la cifra del risarcimen­to non c’è, ma questa causa è stata riportata dalla Corte dei Conti in una missiva all’Arpav. Un tassello in più a favore dell’ex direttore, oggi avvocato a Monselice, screditato e riabilitat­o con quanto emerso al processo contro Franco Cappadona, ex carabinier­e che avrebbe fatto pressioni proprio su Drago per convincerl­o a favorire alcuni amici. Ieri doveva tenersi il processo di Appello a Cappadona (condanna in primo grado), ma l’udienza è slittata. (r.pol.)

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Riabilitat­o L’ex direttore dell’Arpav, Andrea Drago

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