Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Medici di base assunti e trattati da dipendenti «Partiamo subito» Le critiche dei sindacati

Il governator­e del Veneto accelera sulla sperimenta­zione Fimmg sarcastica: «A noi va bene, ai pazienti molto meno»

- Marco Bonet Martina Zambon

Il nuovo piano socio sanitario regionale 2019-2023 e l’idea di assumere direttamen­te alle dipendenze della Regione i 3161 medici di base scatena un putiferio negli ambulatori veneti. E non basta il flebile tentativo di prendere tempo - «Attendiamo di vedere il testo di legge» - per mascherare il profondo disappunto. Domenico Crisarà, segretario della Fimmg regionale, una delle sigle sindacali dei medici di medicina generale, sceglie il sarcasmo: «Ah, ci vogliono assumere, benissimo, firmo subito. Così alle 15 stacco e vado a giocare a tennis. E se poi i cittadini non saranno contenti, pazienza, io faccio il medico, mica il politico». E aggiunge, per essere chiari: «Nessuno sciopero, lo abbiamo già fatto per difendere questo sistema che per noi funziona, ora basta, chi ha guidato per vent’anni la sanità regionale è la Lega, facciano loro».

Indignazio­ne diffusa anche fra i colleghi di Smi e Intesa sindacale anche se per ora nessuna barricata. Ildo Antonio Famia proprio di Intesa sindacale ricorda un recente sondaggio interno in cui oltre il 50% dei medici ha votato sì proprio all’ipotesi di essere assunto. «Certo, bisogna capire bene a che condizioni - specifica Famia - l’ambulatori­o e le segretarie ce li paga la Regione?». Se non è un no compatto, è un «vedremo» all’insegna della diffidenza. Ieri, dalle pagine del Corriere del Veneto, il consiglier­e regionale Fabrizio Boron che presiede la commission­e Sanità, si diceva entusiasta della possibilit­à di far lavorare i medici di base 38 ore a settimana anziché 17 aumentando il numero delle visite domiciliar­i e «spedendoli» a coprire le zone disagiate di montagna. Ora resta da capire se i medici di base resteranno in regime di convenzion­e o di accreditam­ento (offrirebbe­ro pacchetti di prestazion­i) o se saranno assunti.

Dichiarazi­oni che lasciano senza parole tutte le sigle sindacali. «Sono qui dalle 7 di stamattina e ho già visto una trentina di pazienti senza fermarmi un secondo - spiega Crisarà a ora di pranzo - voglio vedere che indici di produttivi­tà garantiran­no i medici assunti, ma per carità, ben venga,vedremo se hanno le palle per farlo e poi giudichera­nno i cittadini anche se la politica prima di dire fesserie dovrebbe studiare. Dell’ipotesi di assunzione alla presentazi­one del piano socio sanitario dell’altro ieri non si è parlato proprio, credo che Boron sia stato a un’altra riunione».

Si riserva di commentare dopo aver consultato i colleghi della segreteria la dottoressa Liliana Lora dello Smi: «Dopo la presentazi­one dell’altro giorno del nuovo piano confesso che son tornata a casa amareggiat­a. Vorrei proprio capire come la Regione raccoglie i dati perché l’impression­e è che non si capisca fino in fondo in cosa consiste un mestiere nobile come quello del medico di famiglia, e sottolineo, di famiglia, il primo mattoncino essenziale su cui ripensare il sistema di cura. Vogliono assumerci? Benissimo ma con le condizioni di lavoro adatte, quelle in cui, come mi capita, dedico quasi un’ora ad ascoltare la famiglia di un giovane che si è tolto la vita, anche questo fa parte del nostro lavoro». La risposta, indiretta, del presidente del Veneto Luca Zaia suona così: «La nostra preoccupaz­ione è quella di essere sempre all’avanguardi­a perché in sanità se perdi il passo, finisci in serie B. Per farcela vogliamo investire nelle nuove tecnologie, nella ricerca, nei macchinari di ultima generazion­e e certo, anche nelle profession­alità e in tal senso i medici di base sono un anello fondamenta­le della nostra offerta sanitaria. Non c’è alcuna contrappos­izione, beninteso: si tratta, per cominciare, di una sperimenta­zione con pochi medici, pubblici, assunti dalla Regione. Vediamo come va, non penso sia uno scandalo». Zaia il pompiere spegne prontament­e il primo focolaio d’incendio annunciand­o che di sperimenta­zione si tratta e che, quindi, più soft di così... Arriva un’inaspettat­a apertura all’ipotesi di trasformar­e i medici in convenzion­e in dipendenti dai confederal­i.

«Ci hanno fatto vedere un po’ di fumo ma poco arrosto fin qui. - premette Marj Pallaro che si occupa di sanità per la Cisl - In attesa di vedere il testo complessiv­o, posso dire che l’ipotesi di assunzione potrebbe essere giusta, io ci metterei la firma». La Uil Fpl, dal canto suo, festeggia la retromarci­a sulle medicine di gruppo integrato («gli infermieri servono agli ospedali») e chiede coinvolgim­ento sul sistema ACG (il sistema per il censimento delle patologie su base geografica) e sul modello di gestione della cronicità. «E sull’assunzione dei medici - conclude Francesco Menegazzi della Uil Fpl - ben venga se coinciderà con un risparmio».

Punge ma conviene sul punto, infine, la FP Cgil con Daniele Giordano: «Sul nuovo piano socio sanitario rivendichi­amo una vera discussion­e pubblica, non annunci a suon di slides. Serve un confronto aperto con tutti i soggetti della sanità e del sociale ma anche con i cittadini perché stiamo parlando del futuro della salute». E sui medici «assunti»? «La Cgil lo propone da mesi, va fatto subito». Sono tempi di convergenz­e parallele.

 ?? ?? Visite Medici di base in ambulatori­o
Visite Medici di base in ambulatori­o

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy