Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pasta Zara, timone a un manager esterno Per il salvataggio si muove il Fondo Giano
Rodolfi è il nuovo Ad. Gianni Mion, Veneto Sviluppo e Friulia pronti a intervenire a sostegno
Pasta Zara affronta con un nuovo amministratore delegato il mare grosso della crisi finanziaria che ha portato il presidente dell’azienda di Riese Pio X, Furio Bragagnolo, a chiedere al Tribunale di Treviso il concordato «in bianco» per affrontare la ristrutturazione del debito del gruppo (241 milioni tra banche, fornitori, fisco, previdenza e dipendenti). È la prima volta nella storia di Pasta Zara che un manager esterno alla famiglia Bragagnolo assume le deleghe operative: si tratta di Angelo Rodolfi, esperto in ristrutturazioni e risanamenti aziendali, che già ieri ha affiancato Furio Bragagnolo nell’incontro chiesto dai dipendenti di Riese dopo le notizie che hanno portato allo scoperto le difficoltà societarie. Presidente e nuovo Ad hanno spiegato al personale di Pasta Zara il senso e i termini del concordato, che per i lavoratori ha comportato il congelamento degli stipendi di aprile (stop anche ai compensi dei primi tre giorni di maggio, fino alla richiesta del concordato, così come a ferie, premi produzione e tredicesime maturati fino a quella data).
Clima teso, morale basso al principio del confronto; una nota di fiducia e speranza in più al termine dell’ora scarsa di assemblea. «Il presidente Bragagnolo? L’ho visto convinto - dice un impiegato -, forse anche perché il ruolo gli impone di trasmettere fiducia. In ogni caso ci ha detto che entreranno in Cda persone nuove, che a giorni ci comunicherà».
Intanto, sullo sfondo dell’operazione-salvataggio, si muove il fondo di Gianni Mion (finanziere ed ex presidente di Popolare Vicenza nella breve era post Zonin), per ora chiamato «Giano», che potrebbe fornire un paracadute finanziario a Pasta Zara. Lo confermano sia lo stesso Mion sia il presidente di Veneto Sviluppo, Fabrizio Spagna, pur premettendo che si tratta di un’ipotesi ancora embrionale per due motivi. Il primo è che non sono ancora stati ricevuti e studiati i numeri che descrivono lo stato del pastificio di Riese, dall’indebitamento alle performance economiche. Il secondo risiede nel fatto che l’operazione sarebbe da condurre d’intesa con la Sga - la società che ha rilevato la componente problematica delle due ex Popolari venete, comprese le esposizioni per 73 milioni di Pasta Zara -, con Friulia, la finanziaria della Regione Fvg che di Zara detiene il 10,4% (un altro 14,9% è in capo a Simest), e con la serie delle altre banche creditrici.
«Devo essere ottimista sulle possibilità di rilancio della società – sottolinea Mion – perché se non sono ottimista io sul primo grande progetto che sembra tagliato apposta per “Giano” come potrei coinvolgere i sottoscrittori?».
Il Fondo, che si prefigge un primo obiettivo di raccolta di 100 milioni e una durata di 4 anni, «non fa filantropia ed è nato per intervenire su medie imprese del Nordest connotate da tensioni finanziarie importanti ma gestibili e con grandi possibilità di rilancio. Non ci sarà solo Pasta Zara, insomma. Ma una grande attenzione sulla società di Furio Bragagnolo già c’è».
Spagna, presidente della finanziaria regionale Veneto Sviluppo, fa presente che l’Ebitda dell’azienda è positivo, il ritorno sul territorio forte, il mercato consolidato e il prodotto di elevata qualità. C’è un forte indebitamento, «la cui maggioranza relativa è verso Sga. Colloqui con l’imprenditore li abbiamo già avuti. Non conosciamo ancora il piano di rilancio, i progetti, l’entità del fabbisogno finanziario. Abbiamo bisogno, prima di decidere, di vedere ogni numero in una strettissima logica di mercato, perché è chiaro che puntiamo a un adeguato ritorno. Fermo restando che l’intervento avverrebbe attraverso il fondo di Mion e non direttamente come Veneto Sviluppo».