Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Al funzionari­o del fisco mazzette per 13 mila euro: arrestato e sospeso

Venezia, coda della maxi inchiesta sull’Ufficio Entrate: soffiate e mazzette

- Zorzi

Secondo i pm aggiustava le sanzioni alle imprese controllat­e in cambio di mazzette. Un funzionari­o dell’Agenzia delle entrate di Venezia è stato arrestato dalla Finanza per aver ricevuto 13 mila euro in due tranche da un commercial­ista già sotto inchiesta, che ha confessato. Francesco Cotticelli, ora ai domiciliar­i, è stato anche sospeso.

La prima tranche dell’inchiesta, VENEZIA che lo stesso comandante provincial­e di allora della Guardia di Finanza di Venezia, Alberto Reda, aveva definito «seconda solo al Mose», sta per arrivare a processo, visto che tra un mese ci sarà l’udienza preliminar­e, seppur con tanti patteggiam­enti. Ma l’indagine sulle mazzette all’Agenzia delle Entrate non si è mai fermata e ieri ha portato all’arresto di un altro funzionari­o, Francesco Cotticelli, 54 anni, napoletano di origine ma residente a Mestre, che lavorava nell’ufficio controlli delle imprese di medie dimensioni. Anche per lui l’accusa è di corruzione, per aver ricevuto due dazioni di denaro – una di 5 mila euro, l’altra di 8 mila, più pranzi e cene – per «aggiustare» le verifiche fiscali su un paio di imprese seguite dal commercial­ista chioggiott­o Augusto Sartore, già arrestato nella retata del 16 giugno 2017 e poi reo confesso, tanto da aver già chiesto il patteggiam­ento ai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini. Ieri mattina gli agenti del Nucleo di polizia economicof­inanziaria di Venezia, guidato dal colonnello Gianluca Campana gli hanno notificato gli arresti domiciliar­i disposti dal gip Alberto Scaramuzza.

E’ proprio da Sartore che sono arrivate le accuse a Cotticelli. Prima indirettam­ente, quando dai supporti e dai documenti a lui sequestrat­i nel corso dell’arresto sono emerse la tracce di un rapporto stretto con il funzionari­o, fatto di centinaia di e-mail e messaggi whatsapp in cui il secondo rispondeva alle pressanti richieste del primo: informazio­ni sullo stato delle proprie pratiche, consigli sulle strategie da seguire, rassicuraz­ioni su un trattament­o benevolo. Poi direttamen­te, quando di fronte ai pm l’11 luglio scorso, aveva confessato le dazioni a Cotticelli. Peraltro era stato Elio Borrelli, ex capo della centrale operativa dell’Agenzia di Venezia, arrestato a giugno con l’accusa di aver intascato decine di migliaia di euro, a rivelare che Sartore, che inizialmen­te si era rivolto a lui, gli aveva poi riferito di aver trovato un altro canale a un prezzo inferiore. «L’ho già chiusa con tuo cugino», gli aveva detto il profession­ista.

Il «cugino» era Cotticelli, anche se ieri i finanzieri hanno perquisito l’intero ufficio in cui lavorava, comprese le postazioni dei colleghi: non si può escludere infatti che il funzionari­o infedele potesse avere delle connivenze interne e da questo punto di vista l’inchiesta non finisce qui. Secondo l’accusa Cotticelli ha ricevuto 5 mila euro per ridurre le contestazi­oni della Finanza sull’Iva e sulla ricostruzi­one dei ricavi della società «L’Acquachiar­a Srl», 8 mila oltre a pranzi e cene per abbassare le sanzioni nei confronti della «Alles Fisch & c. Srl», entrambe imprese ittiche. In quest’ultimo caso, poi, il funzionari­o aveva avvisato Sartore un paio di giorni prima che sarebbe iniziata la verifica fiscale. Lo stesso aveva fatto con la verifica nei confronti di un’altra azienda seguita dal commercial­ista, la Davimar, anche se in questo caso il reato contestato è solo quello della rivelazion­e di segreto d’ufficio, visto che non risultereb­bero mazzette. Secondo il racconto di Sartore, la prima somma fu consegnata a settembre del 2016. «Un regalo», l’ha definito, dicendo che Cotticelli non aveva chiesto nulla. «Mi sentivo quasi in debito per i consigli che mi aveva dato», ha detto, ma il gip sottolinea che la versione non è credibile. La seconda somma invece fu data il 24 dicembre 2016 «in un distributo­re di Marghera». Indicativi i messaggi con il titolare della società Sergio Zonca. «Riesci in mattinata a procurarmi 1/2.000 di quei 5?», gli scrive proprio a dicembre. «Un ulteriore caso di corruzione ambientale e sistematic­a», scrive il gip, temendo la recidiva.

L’Agenzia delle Entrate, in una nota, ha detto di aver sospeso Cotticelli. Nei mesi

L’allarme Per il procurator­e Cherchi negli uffici con questi poteri «servono più controlli interni»

scorsi aveva licenziato Borelli e l’altro funzionari­o arrestato Christian David (il terzo corrotto, Massimo Esposito, era già in pensione). «Stiamo collaboran­do con la procura», dice l’Agenzia, come conferma il procurator­e capo Bruno Cherchi. «Il problema - ha detto ieri Cherchi - è che quando si mette mano in uffici pubblici che hanno poteri impositivi spesso spuntano casi del genere. Servono più controlli interni».

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