Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Insultata dall’infermiera al telefono di Pediatria, l’Usl apre inchiesta interna
Il direttore dell’Usl 5 «Polesana», Antonio Compostella, apre un’inchiesta interna sul presunto episodio di maleducazione che, lunedì scorso, avrebbe visto come protagonista un’infermiera di Pediatria dell’ospedale di Adria nei confronti di una mamma. Quest’ultima sarebbe stata apostrofata in malo modo mentre stava chiedendo notizie sulla salute del suo bambino che, in quel momento, aveva la febbre molto alta.
«Ho affidato al primario di Pediatria Simone Rugolotto la pratica — spiega Compostella — per ricostruire la vicenda. Se l’episodio è davvero avvenuto, per la dipendente scatterà un provvedimento disciplinare e alla mamma andranno le mie scuse più sentite. La maleducazione all’Usl 5 non è tollerata in alcun modo».
A parlare dell’accaduto è stato il nonno del bimbo di due anni e mezzo, accompagnato all’ospedale di Adria perché da qualche giorno aveva la febbre alta e non si stava alimentando. Domenica, secondo il racconto del nonno, il bimbo sarebbe stato portato al Pronto soccorso e poi ricoverato in Pediatria, rimanendo in osservazione fino alla mattina successiva. Poi le dimissioni, nonostante la febbre che una volta arrivato a casa — spiega sempre il nonno — sarebbe arrivata a 40 gradi. Ed è qui che si consuma l’episodio di presunta maleducazione. Al pomeriggio la madre telefona in Pediatria e all’apparecchio risponde l’infermiera che accende il vivavoce e chiede del medico apostrofando la donna come una «rompi... ».
All’indirizzo dell’azienda socio-sanitaria polesana non sono arrivate — almeno per ora — proteste ufficiali per quanto accaduto.
Ma la vicenda non è sfuggita all’attenzione del direttore generale dell’Usl 5, Antonio Compostella. «Sulla buona educazione dei dipendenti dell’azienda socio-sanitaria non transigo» conclude il top manager della sanità polesano.