Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il «mago» Marchetti piace al Verona: Setti è in pressing sul dg

- D. C.

Raccontano i soliti bene informati che nelle scorse due settimane ci siano stati già due incontri fra il presidente del Verona Maurizio Setti e il direttore generale del Cittadella, Stefano Marchetti. Incontri che, per ora, si sono limitati a una generica richiesta di disponibil­ità nei confronti del fac totum granata, il vero asse portante di un club che, ancora una volta, si giocherà la promozione in serie A tramite i playoff.

I rumors sono sempre più insistenti. Nonostante siano in ballo anche altri profession­isti, l’entourage del presidente conferma tutto: Setti considera Marchetti la prima scelta assoluta e vorrebbe ripartire da lui nel prossimo campionato cadetto. Come andrà a finire? A dar retta a quanto accaduto nelle ultime situazioni che videro Marchetti accostato prima al Carpi e poi al Chievo nella scorsa primavera, verrebbe da pensare che tutto si risolverà in un nulla di fatto. Il lavoro di Marchetti, che riesce a tenere il Cittadella ai vertici delle classifich­e di serie B con il budget più basso della categoria, anno dopo anno raccoglie sempre più estimatori in tutto il mondo del calcio. E anche nell’attuale stagione il dirigente granata si prepara a realizzare due plusvalenz­e da record, quelle di Marco Varnier e di Christian Kouamé, i due pezzi più pregiati dello scacchiere granata, per i quali già a gennaio Sassuolo e Atalanta avevano mosso passi molto concreti. Nel frattempo gli estimatori sono aumentati, ma le cifre che ballano sono davvero importanti, l’ennesima conferma che Marchetti ha quasi la bacchetta magica lavorando in una piazza dove ha carta bianca.

Adesso bisognerà capire quello che accadrà a fine stagione. Se il Cittadella dovesse conquistar­e la serie A il problema neppure si porrebbe, al contrario le possibilit­à di una buona riuscita dell’offensiva dell’Hellas rimangono basse. Perché se il Chievo sarebbe potuto essere l’approdo naturale della carriera del dg, sull’altra sponda dell’Adige le incognite sono decisament­e più numerose.

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