Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Terremoto, fondi alla moglie: sindaco a giudizio
Castelguglielmo: a processo il sindaco, la moglie, il dirigente comunale Vettore e l’ingegnere Bordin L’accusa: tentato di ottenere un maxi-risarcimento per un rustico crollato prima del terremoto 2012
La moglie chiede al marito, sindaco di Castelguglielmo (Rovigo), i fondi per riparare i danni provocati dal terremoto del 2012: adesso sono entrambi a giudizio, insieme con due tecnici, per la tentata erogazione indebita di fondi pubblici.
Le scosse di terremoto del 20 e 29 maggio 2012 costano un rinvio a processo al sindaco di Castelguglielmo, Giorgio Grassia (civico di area centrosinistra), alla moglie Alda Tosini, al responsabile dell’Area tecnica comunale Gianantonio Vettore ed all’ingegnere Massimo Bordin, attuale assessore esterno ai Lavori pubblici a Villanova del Ghebbo dopo esser stato sindaco di San Bellino dal 2009 al 2014.
I quattro sono stati rinviati a giudizio, in concorso, per il reato di tentata indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e il procedimento inizierà davanti al Collegio giudicante il prossimo ottobre.
La vicenda inizia nell’agosto 2014 quando, da Castelguglielmo, parte la richiesta di contributo di 157.284 euro per la ricostruzione di una vecchia rimessa agricola in via Roma, in centro al paese, che secondo i richiedenti del finanziamento sarebbe stata irrimediabilmente danneggiata dal sisma.
Secondo quanto si dice a Castelguglielmo l’immobile di proprietà di Alda Tosini, la moglie del sindaco Giorgio Grassia, risulta ridotto a un cumulo a macerie da ben prima del sisma del 2012. I resti del manufatto, però, godono di un permesso a costruire.
Materiale sufficiente per suscitare il sospetto di qualcuno. Così nel dicembre 2014, qualche mese dopo la richiesta di finanziamento, arriva una denuncia anonima in Regione. Materiale sufficiente per attirare l’attenzione del commissario delegato agli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici. Ovvero il presidente della Regione, Luca Zaia che, a quel punto, avoca a sè le funzioni concesse a Grassia in relazione alla domanda inoltrata dalla consorte ed istruita dallo stesso primo cittadino polesano. Inoltre Zaia fa sospendere la procedura di concessione dell’erogazione di denaro. Così, dal punto di vista giudiziario, oltre a Grassia e alla moglie nella vicenda restano impigliati altri due. Ovvero Vettore dell’area tecnica del Comune di Castelguglielmo, in quanto responsabile del procedimento e Bordin, nelle vesti di ingegnere, che come privato professionista ha curato la pratica di ricostruzione.
Riguardo al rinvio a giudizio Grassia, che terminerà il suo terzo mandato da sindaco il prossimo anno, si dice tranquillo.
«Sono fiducioso che si possa spiegare ai giudici in aula quanto è accaduto in relazione a questo episodio — racconta — Per quanto riguarda i riflessi politici, non ci penso proprio a dimettermi proprio perché mi sento in grado di potermi difendere e di far valere le mie ragioni».
Grassia, che è stato anche assessore provinciale nel decennio scorso, aggiunge: «Avevo già deciso di ritirarmi dalla vita politica attiva una volta finito il mandato da sindaco a prescindere dal processo che purtroppo dovrò affrontare in autunno».
In Polesine a seguito delle due scosse di sei anni fa sono stati stanziati circa 2 milioni di euro per la ricostruzione di quanto danneggiato. Con un’ordinanza firmata nel 2016 dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, sempre nella sua veste di commissario delegato per gli interventi in favore delle popolazioni colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012, alla provincia di Rovigo sono stati destinati un milione e 815.000 euro. Denaro che è stato stanziato a finanziare interventi di messa in sicurezza anti-sismica da parte delle imprese.
I Comuni polesani interessati dal provvedimento sono Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Gaiba, Occhiobello e Stienta.