Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cade nel pozzetto e muore il titolare del camping di Palafavera
Stava pulendo il pozzetto delle acque reflue nello storico campeggio di famiglia a Zoldo alto. Trenta giorni ancora e l’avrebbe aperto al pubblico per la stagione estiva. L’uomo è cascato dentro al pozzetto, forse per un malore, ed è morto. Angelo Martini aveva 70 anni ed era proprietario del campeggio Palafavera situato nel cuore delle Dolomiti a 1514 metri di altitudine. Si tratta di un vasto parco naturale che si estende per 50.000 metri quadri con posti per roulotte e tende da cui è possibile partire per escursioni e ferrate in montagna.
La dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinieri di Belluno. Sembra che ieri, dopo pranzo, si fosse messo a pulire a testa in giù uno dei pozzetti presenti nel villaggio turistico. Un buco quadrato di 60 centimetri per lato. Il campeggio era suo e non era la prima volta che si cimentava in quel lavoro. Complice l’età o alcune malattie cardiache che si portava dietro da qualche anno, Martini si è sentito male. Avendo il peso del corpo sbilanciato in avanti è caduto nel pozzo. Non c’era nessuno lì con lui che potesse chiamare i soccorsi o aiutarlo. A dare l’allarme al 118 un familiare che non l’ha più visto rientrare a casa. Vigili del fuoco, carabinieri e Suem si sono messi sulle sue tracce. È partito anche un elicottero che ha sorvolato la zona dall’alto.
Quando hanno trovato il corpo di Martini non c’era più nulla da fare. L’uomo era già morto e il medico ne ha constatato il decesso. Sul posto anche l’ispettorato territoriale del lavoro di Belluno che stabilirà se ci sono o meno i presupposti per aprire un’indagine per il reato di omicidio sul lavoro. «Era un’attività di famiglia in cui aveva messo corpo e anima – ha raccontato il sindaco di Zoldo Camillo De Pellegrin – Era una persona attiva. Sempre presente nel campeggio. Ma veniva anche alle riunioni del Comune. Aveva manifestato perplessità, ad esempio, sulla tassa di soggiorno. Il suo era un carattere esuberante. Si faceva notare perché era molto diretto. Tutta la valle lo conosceva. Mi dispiace molto, è una disgrazia». Martini viveva con la moglie e aveva due figli ormai grandi, un maschio e una femmina. Oltre al campeggio era molto attivo anche nel mondo del volontariato. «Collaborava con noi per la manifestazione che facciamo ogni anno con i ragazzi down nel mese di gennaio – ha ricordato un amico dell’associazione sportiva sci di fondo val di Zoldo – Era una persona intraprendente e dinamica che lavorava dietro le quinte. Non gli piaceva comparire in prima linea ma il suo aiuto lo dava sempre. E non solo a noi. Era presente in molte associazioni, dalla Pro loco al Cai. Sono affranto».