Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Palazzo Ducale, il suono della «marangona» e quel tremendo 12 maggio
Un tristo anniversario! Era di martedì; alle 10 la campana del Palazzo Ducale, la «Marangona», aveva dato il segnale d’avvio della seduta del Maggior Consiglio, che all’ordine del giorno recava le discussione d’una mozione ancora in via di elaborazione. I Delegati alla trattativa coi Francesi, ch’erano accampati ai bordi della Laguna, avevano abbozzato un’ipotesi di compromesso: la Municipalità avrebbe accettato che entrassero in Città per mantenere l’ordine pubblico di concerto con la Polizia Municipale, in attesa che fosse trovata una soluzione sulla sorte definitiva riservata a Venezia. Una seduta interlocutoria, che poteva risultare innocua. Stante la presenza dei Francesi, il reparto di Schiavoni di guardia ai Palazzi Pubblici dì Piazza San Marco, sarebbe stato ritirato e i soldati rimpatriati. Alcuni di loro, all’atto d’imbarcarsi, non resistettero alla voglia di manifestare la loro gioia, sparando in aria alcuni colpi di moschetto. Non l’avessero mai fatto! Su, nella del Maggior Consiglio dove la seduta stava per avere inizio, scoppiò il panico: «I Francesi; stanno arrivando i Francesi!». Il più agitato era il Doge Ludovico Manin, che sbottò ad urlare: «votemo, votemo e scampemo». Fu interrotta la conta del numero legale e tutti si precipitarono al voto. La mozione era solo abbozzata; non importa! «La votiamo così com’è e scampemo». Votarono (ma non fu raggiunto il numero legale, ch’era dì 600 votanti) e scapparono. Ci volle del bello e del buono per capire cos’era successo; il deliberato così precipitosamente votato si limitava a stabilire di «adottare il sistema del proposto Provvisorio Rappresentativo Governo», senza dire da chi mai dovesse essere formato un tal «Provvisorio Governo» e di cosa dovesse essere «rappresentativo». Scapparono tremebondi dal Palazzo Ducale e fu la fine della Serenissima Repubblica di Venezia. L’unico caso nella storia d’uno Stato che si autoscioglie; in certo qual modo evapora. Subito dopo arrivarono i Francesi; alla ben’e meglio si formò un Governo; la vita in Città continuò; ma non più la Serenissima, sfumata in quello che la storiografia popolare ha fin da subito definito «El tremendo zorno dei dedeze».
Oggi, 12 maggio!