Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Savaglio: «La scienza non è letteratura di seconda serie»
PREMIO GALILEO L’astrofisica Savaglio presidente della Giuria: «Io, cervello in fuga, sono rientrata in Italia per aiutare i giovani»
Seguire i propri sogni. Sandra Savaglio, astrofisica tra le più importanti al mondo e celebre «cervello in fuga», è rientrata in Italia anche per questo. Per divulgare la scienza e insegnare agli studenti, nella sua Calabria, ad amare la ricerca. Specializzata in cosmologia, in particolare sulle galassie distanti (ha pubblicato più di cento lavori nelle riviste internazionali), l’astrofisica quest’anno è presidente a Padova della giuria del Premio di letteratura scientifica Galileo. Ha lavorato allo Space Telescope Scienze Institute di Baltimora negli Usa e al Planck Institute in Germania. Nel 2004 sulla copertina del «Time» era stata il simbolo degli scienziati in fuga dall’Europa. Poi la scelta di tornare come docente di astrofisica all’Università di Calabria. Una vocazione per la divulgazione scientifica che ritrova in pieno nel suo ruolo al Premio Galileo.
Perché una delle più note studiose italiane e «cervello in fuga» è rientrata in Italia?
«Insegnare per me è molto gratificante - spiega Sandra Savaglio - . Avvicinare i ragazzi e le ragazze alla scienza è una missione in cui credo. Dopo vent’anni avevo voglia di tornare nella mia terra d’origine, che amo. Anche se in Italia la situazione non è facile: ci sono tanti scienziati in posti prestigiosi e molti altri che devono accettare ruoli precari, in qualche modo mi sento anch’io complice di questo sistema e questo mi fa soffrire».
In Italia c’è ancora molta difficoltà tra i giovani a scegliere materie scientifiche e a puntare su carriere nelle cosiddette Stem (dall’inglese science, technology, engineering e math: discipline accademiche di scienza e tecnologia), soprattutto tra le ragazze. Cosa ne pensa?
«La scelta delle Stem è un processo che sta cambiando, anche se lentamente. E questo cambiamento in atto non si può arrestare. In generale nella scienza e nella ricerca la discriminazione delle carriere delle donne è un problema molto serio. In astrofisica ad esempio, nel mondo nella ricerca solo il 15% sono donne, in Italia la percentuale è del 25% quindi da noi va meglio, sembra incredibile ma è così. Divulgare le discipline scientifiche in modo coinvolgente e interessante può fare la differenza».
Quest’anno è la prima volta di una donna presidente della giuria scientifica del premio Galileo
«Questo è un ruolo importante per me. Ed è importante che tra i cinque libri finalisti ci siano anche libri di donne. Penso sia giusto ci siano opportunità uguali per uomini e donne nella selezione, in un mondo in cui le opportunità non sono uguali per niente»
Qual è il messaggio più importante che arriva dal premio Galileo?
«È un premio molto utile per fare capire che la ricerca scientifica e la scienza in generale non è cultura di serie B. Uno degli obiettivi della scienza è la divulgazione, senza divulgazione è difficile appassionare i giovani, i futuri scienziati di domani. I libri di letteratura scientifica hanno quindi un ruolo molto importante». I suoi studenti sognano una carriera all’estero?
«Molti studenti hanno il mito dell’estero. Io sono stata la prima ad andarmene dall’Italia, quindi non posso dire loro di non farlo. Ma vorrei ca- pissero che in Italia abbiamo università e laboratori di ricerca di eccellenza, che funzionano molto bene. Questo cerco di comunicare. E di sensibilizzare a conoscere i nostri centri di avanguardia. Riuscire a trattenere qui i giovani è importante per la vita e lo sviluppo delle nostre università».
Si è sempre impegnata per le unioni civili e i diritti gay, ma con la sua compagna vivete in due stati diversi
«Lei abita in Germania, io sono tornata a Cosenza, ma solo per esigenze di lavoro. Viene spesso in Calabria dove si trova benissimo, adora la mia terra, siamo sempre state accolte bene, non avrei problemi a vivere con lei a Cosenza. In questo penso che la società sia molto più avanti della politica».