Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nave in avaria, paura a Venezia
I militanti voteranno il «contratto» con M5S. Il totoministri e i timori per l’autonomia
«Si stanno incartando, VENEZIA qua va a finire male». Pessimismo cosmico, ieri sera, a Padova, nella Lega riunita per il direttivo nathional, dopo il nuovo giro a vuoto al Quirinale e l’irrigidimento di Matteo Salvini, che ha usato i toni del comizio più che della mediazione («Vogliamo mani libere sui migranti, non farò mai accordi un tanto al chilo»).
Continua dunque l’estenuante trattativa che tiene bloccato il Paese da due mesi e mezzo (curiosità: perché in tutte le foto che circolano sui leghisti al lavoro gomito a gomito con i Cinque Stelle, non ce n’è una in cui compaia un veneto? Eppure il Carroccio qui ha preso il 32%, la percentuale più alta in Italia, ed eletto la bellezza di 32 parlamentari...), col governatore Luca Zaia che prova a vedere il bicchiere mezzo pieno: «È positivo che si parli di “contratto” e non di “patto” di governo. Il contratto fa sperare nel rispetto delle promesse e degli impegni che per noi, prima di ogni altra partita, significano l’autonomia». Parole non casuali. Va infatti crescendo, nella Lega ma non solo, la preoccupazione per la trattativa autonomista, finita nel dimenticatoio dopo il 4 marzo, scomparsa dal dibattito pubblico e pure dalle anticipazioni sul «contratto» in via di stipulazione tra Salvini e Di Maio. I rumors assegnano il ministero delle Riforme ad un pentastellato, Danilo Toninelli, e nel Carroccio molti nutrono dubbi sul fatto che il M5S, dopo aver stravinto al Sud, possa e voglia profondere energie e denari (perché di questo, stringistringi, si tratta) in una partita che interessa il Nord e neppure tutto, ma quasi esclusivamente il Veneto. Chi potrebbe sedere al fianco di Toninelli tra i veneti? I nomi che circolano sono sempre quelli: nel M5S il trevigiano Riccardo Fraccaro è stato dato addirittura per possibile premier, mentre il veronese Mattia Fantinati era assegnato al Turismo; per la Lega, i veronesi Lorenzo Fontana (Difesa) e Luca Coletto (Sanità).
Tant’è, nonostante i chiari di luna, Salvini vuol giocare d’anticipo e ieri, poco dopo la salita al Colle, il segretario nathional Gianantonio Da Re ha ricevuto da via Bellerio l’ordine di «attivarsi fin da subito» per prenotare le piazze per sabato e domenica, giorni in cui la Lega potrebbe sottoporre al giudizio dei militanti, nei gazebo, il «contratto» (Di Maio farà lo stesso online, forse già giovedì, sulla piattaforma Rousseau; cresce il rischio che i due finiscano per logorarsi). Il direttivo ha poi proceduto con la nomina dei commissari che guideranno il partito nelle province rimaste orfane dei segretari eletti in parlamento (più Rovigo dove il segretario è stato sfiduciato a fine aprile). Dunque a Padova arriva il consigliere regionale bellunese Franco Gidoni, a Treviso il presidente vicentino del consiglio regionale Roberto Ciambetti, a Verona il consigliere regionale pure vicentino Nicola Finco, a Rovigo Fausto Dorio di Padova (è l’ex presidente del Mercato ortofrutticolo), a Venezia il giovane deputato padovano Alberto Stefani, a Vicenza il senatore veronese Paolo Tosato di Verona, a Belluno il consigliere regionale trevigiano Gianpiero Possamai.