Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Uccise l’autista nel frontale, condanna di 3 anni
Nessuno sconto di pena per Mirco Vendramin, 30 anni di Carmignano di Brenta
A sette anni dal tragico incidente in cui perse la vita Alex Di Stefano, 24enne di Torri di Quartesolo, è la Cassazione a mettere la parola fine a una vicenda che ha provocato un dolore insopportabile per la madre del ragazzo, suicidatasi il giorno dopo. La Suprema Corte ha confermato i tre anni inflitti a Mirco Vendramin di Carmignano di Brenta, che oggi ha 30 anni e fa il volontario per la Croce Rossa. Fu Vendramin con la sua auto, ubriaco e drogato, a invadere la corsia di marcia opposta in tangenziale, centrando in pieno l’auto su cui viaggiava Alex, che morì sul colpo. Dopo lo sconto di 8 mesi in Appello, Vendramin ha fatto ricorso perché nel ricalcolo della pena i giudici di secondo grado gli hanno sì ridimensionato la sanzione, ma l’avrebbero fatto senza rispettare la proporzione dei due terzi rispetto alla «forbice edittale».
Insomma, tecnicismi a parte, secondo il padovano la pena ricalibrata doveva essere abbassata ancor più. Invece gli ermellini hanno deliberato che i giudici di secondo grado avevano fatto il giusto calcolo. A favore di Vendramin aveva giocato il fatto che il tasso alcolemico rintracciato era più basso rispetto a quello rilevato dalla polizia, ma visto che erano stati già tolti gli otto mesi, la Suprema Corte ha rilevato che non vi è null’altro da togliere. In merito al procedimento in Cassazione anche il padre e la sorella di De Stefano hanno presentato una memoria per chiedere il rigetto del ricorso.
Quel 2 giugno Vendramin era salito in auto ubriaco e, stando a quanto emerso dal processo di primo grado, drogato di cocaina. Era nella sua Polo Volkswagen con la fidanzata, quando invase la corsia di marcia opposta, dove stava viaggiando Alex sulla sua Mini Cooper, che non poté evitare l’impatto.