Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Uccise l’autista nel frontale, condanna di 3 anni

Nessuno sconto di pena per Mirco Vendramin, 30 anni di Carmignano di Brenta

- Roberta Polese

A sette anni dal tragico incidente in cui perse la vita Alex Di Stefano, 24enne di Torri di Quartesolo, è la Cassazione a mettere la parola fine a una vicenda che ha provocato un dolore insopporta­bile per la madre del ragazzo, suicidatas­i il giorno dopo. La Suprema Corte ha confermato i tre anni inflitti a Mirco Vendramin di Carmignano di Brenta, che oggi ha 30 anni e fa il volontario per la Croce Rossa. Fu Vendramin con la sua auto, ubriaco e drogato, a invadere la corsia di marcia opposta in tangenzial­e, centrando in pieno l’auto su cui viaggiava Alex, che morì sul colpo. Dopo lo sconto di 8 mesi in Appello, Vendramin ha fatto ricorso perché nel ricalcolo della pena i giudici di secondo grado gli hanno sì ridimensio­nato la sanzione, ma l’avrebbero fatto senza rispettare la proporzion­e dei due terzi rispetto alla «forbice edittale».

Insomma, tecnicismi a parte, secondo il padovano la pena ricalibrat­a doveva essere abbassata ancor più. Invece gli ermellini hanno deliberato che i giudici di secondo grado avevano fatto il giusto calcolo. A favore di Vendramin aveva giocato il fatto che il tasso alcolemico rintraccia­to era più basso rispetto a quello rilevato dalla polizia, ma visto che erano stati già tolti gli otto mesi, la Suprema Corte ha rilevato che non vi è null’altro da togliere. In merito al procedimen­to in Cassazione anche il padre e la sorella di De Stefano hanno presentato una memoria per chiedere il rigetto del ricorso.

Quel 2 giugno Vendramin era salito in auto ubriaco e, stando a quanto emerso dal processo di primo grado, drogato di cocaina. Era nella sua Polo Volkswagen con la fidanzata, quando invase la corsia di marcia opposta, dove stava viaggiando Alex sulla sua Mini Cooper, che non poté evitare l’impatto.

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L’auto Dopo l’impatto

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